App Immuni & Co: dubbi sulla privacy, ma il 70% scaricherà un’applicazione
Lo sviluppo e l’utilizzo di applicazioni per far fronte all’emergenza sanitaria in corso è uno dei temi al centro del dibattito. A seguito del confronto tecnico e politico, tuttora in corso, è stato deciso di lanciare l’app Immuni, disponibile fra qualche settimana, volta a tracciare un eventuale contagio e a risalire ai contatti avvenuti con altre persone. Nell’attesa, gli italiani si mostrano ben disposti all’utilizzo di tali soluzioni, ma rimangono ancora timori per quanto riguarda il tema privacy. E’ ciò che emerge da una indagine di Altroconsumo, condotta su 1.132 persone di età compresa fra i 18 e i 74 anni.
Più del 70% è intenzionato a scaricare una app o l’ha già fatto
Quasi il 20% dei rispondenti ha già effettuato il download di uno dei software disponibili e il 55% è intenzionato a farlo. La maggior parte utilizza app che offrono informazioni sul virus (64%), o statistiche sul contagio (62%). Già da questa prima fase di analisi emerge la forte predisposizione delle persone ad adottare misure tecnologiche legate alla situazione sanitaria. Infatti, quasi il 40% sostiene anche di aver scaricato app che richiedono la condivisione di dati personali e il 28% ha persino acconsentito alla geolocalizzazione.
1 italiano su 2 è favorevole all’utilizzo in forma non anonima
Un aspetto di grande interesse su questo tema è l’identità dell’utente. Sebbene ci sia una tendenza a preferire l’utilizzo delle piattaforme in forma anonima, l’inchiesta mostra che per quanto riguarda alcuni tipi di app, i soggetti sono disposti anche a rendere nota l’identità. La maggior parte degli intervistati utilizzerebbe un’applicazione che dimostri l’immunità dal coronavirus sia in forma anonima (64%) che non (52%). Anche nel caso in cui fosse obbligatorio per i positivi al virus scaricare una app per monitorare il rispetto della quarantena da parte dei contagiati, il 65% degli intervistati sarebbe favorevole all’utilizzo in forma anonima e il 51% anche rendendo nota l’identità.
Per il 68% l’uso dei dati personali può essere efficace nella lotta al virus
Altroconsumo ha, inoltre, indagato su quanto siano disponibili gli italiani a dare accesso ai propri dati personali al fine di contribuire a combattere l’emergenza sanitaria. Dai risultati emerge la disponibilità degli utenti verso la condivisione di informazioni: il 68% degli italiani sostiene che l’uso di dati personali può essere di grande utilità per controllare la diffusione del Covid-19. Tuttavia, quello della privacy è un tema che preoccupa molti. L’84% si dichiara, infatti, d’accordo nel ritenere che i dati non siano mai realmente anonimi e che ci sia sempre un modo per risalire alla fonte. Inoltre, il 64% degli intervistati mostra la sua preoccupazione riguardo alle conseguenze che la crisi in corso possa avere sui diritti di privacy. La maggior parte spera infatti che sia possibile trovare una tecnologia che utilizzi i dati privati per fronteggiare le problematiche legate al coronavirus e che allo stesso tempo protegga la privacy degli utenti (73%).
Sebbene emergano dubbi sulla protezione delle informazioni, più della metà dei rispondenti sarebbe d’accordo con la raccolta in forma anonima della posizione tramite i dati Gps delle compagnie telefoniche, per tenere traccia dei comportamenti nella mobilità delle persone; il 30% lo farebbe anche senza anonimato. Questi risultati sembrano indicare che nella scelta fra privacy e salute, gli italiani danno più importanza alla salute anche a costo di dare accesso ad alcune informazioni private. Infatti, alla domanda “Se le autorità richiedessero il download di una app richiedendo l’accesso a informazioni sui movimenti e la geolocalizzazione, cosa faresti?”, il 22% la scaricherebbe se obbligatorio, mentre il 40% lo farebbe anche se non lo fosse. Di questi l’85% terrebbe l’applicazione sempre attiva.
Se questa disponibilita’ a sottostare a un “app download imposto” e’ vera allora ci meritiamo il grande fratello e anche di peggio. Comunque non preoccupiamoci troppo; pare che la famosa app Immuni sia piena di bugs.