Spesa: l’attenzione per l’ambiente entra nel carrello, ecco come
Cucinare ricette con ingredienti di stagione, ridurre il consumo di carne, ignorare la moda dei superfood che spesso incentivano la deforestazione e lo sfruttamento dei lavoratori: sono solo alcuni dei suggerimenti che possono aiutare a fare del bene non solo al nostro organismo ma anche a quello ambientale.
L’indagine sulle abitudini degli italiani
La spesa impatta infatti non solo su salute e portafogli, ma anche sull’ambiente. Secondo l’indagine effettuata da Altroconsumo, il 60% degli intervistati crede che le proprie abitudini alimentari impattino sul Pianeta ma al tempo stesso solo il 25% fa “molta attenzione” agli aspetti ambientali valutando ad esempio il tipo di imballaggio utilizzato e controllando se il metodo di produzione è sostenibile. Non solo. Il 55% degli intervistati, vale a dire 1 su 2, dichiara di essere disposto a spendere di più per acquistare prodotti sostenibili e il 54% sostiene che il prezzo non è il principale criterio di scelta usato per gli acquisti.
Ma attenzione, perché questi aspetti vengono cavalcati sempre di più dalle aziende. Da Altroconsumo arriva il suggerimento di non fidarsi ciecamente di slogan, immagini o elementi grafici che lasciano presumere che un prodotto sia “green” ma di approfondire laddove possibile. Ecco perché Altroconsumo, nell’ambito del progetto “La Spesa che Sfida” finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico, ha realizzato alcuni strumenti per rendere più semplice la vita dei consumatori, spiegando a cosa fare attenzione, quali informazioni cercare in etichetta, ma anche come non farsi ingannare da immagini e claims pubblicitari o dal posizionamento negli scaffali. Attraverso brevi video di cui saranno protagonisti dieci nuclei familiari tipo (single, coppia di giovani, coppia di over 65, famiglia con bambini, ecc…), l’organizzazione aiuterà persone a fare la spesa in maniera consapevole per preservare la salute, l’ambiente e il portafoglio.
Marchi e loghi: il caso emblematico dei prodotti Dop e Igp
L’indagine si concentra anche su marchi, loghi o slogan apposti sulle confezioni, che dichiarano di rispettare determinati criteri, dal bio al benessere animale, fino a Dop e Igp. Su questo tema, un intervistato su due dice di tenere molto all’origine degli alimenti. Questi bollini, però, non sono automaticamente sinonimo di maggiore sicurezza e qualità e addirittura non sempre assicurano un legame stretto con il territorio. Un rischio che evidentemente viene percepito dai consumatori visto che per l’82% le autorità dovrebbero controllare meglio l’uso di loghi e slogan. Nello specifico, per quanto riguarda gli alimenti bio il prodotto più gettonato sono le uova e l’olio (le sceglie il 41% degli intervistati) seguiti da verdura e legumi (29%) e dalla frutta (26%).