Il cybercrime entra negli smartphone: in Italia a rischio 1 dispositivo su 2
Password, credenziali bancarie, carte di credito e dati personali sono un patrimonio che va protetto dai rischi digitali sempre più diffusi. Non solo sul computer ma anche sul proprio smartphone.
Quello che prima facevamo solo su pc, ora riusciamo a farlo anche dal cellulare: le app ci consentono di gestire con un touch operazioni bancarie, l’attivazione di polizze con una semplice firma digitale, dal telefono gestiamo i pagamenti delle utenze di casa e possiamo programmare l’avvio della lavatrice.
“Tutto questo patrimonio di informazioni personali va protetto al pari di qualunque altro patrimonio”, avverte Gianluca Zanini, chief sales & marketing officer di Europ Assistance Italia. Perché il pericolo è sempre più alto, ma si fa ancora troppo poco: meno di 1 italiano su 2 (il 48%) protegge il proprio smartphone da possibili virus o malware. Lo dice la prima edizione del Barometro ‘Cyber & Digital Protection’ di Europ Assistance, indagine condotta in Europa e Stati Uniti su consapevolezza e percezione dei rischi digitali.
Il 39% degli italiani si dichiara vulnerabile al pericolo di attacco informatico (percentuale che sale al 42% quando si tratta di famiglie con minori) che arriva principalmente da e-mail, furto della carta di credito e virus/malware contratti durante la navigazione online. Eppure, solo uno smartphone su due è dotato di sistemi di protezione che comunque piacciono agli italiani, ma più per PC e Mac che ne sono provvisti nell’88% dei casi, solo il 51% dei consumatori italiani dichiara infatti di avere le adeguate protezioni.
Furto di identità è la maggiore preoccupazione degli italiani
Il furto di identità è un timore concreto quando si parla di crimini informatici. L’attenzione degli italiani e la relativa preoccupazione di rimanere vittima di un furto d’identità è tra le più alte d’Europa: il 55% si dichiara da “abbastanza” a “molto preoccupato” di questa eventualità, +10 punti percentuali rispetto alla media europea e seconda nel continente solo alle preoccupazioni degli spagnoli.
La violazione della privacy con relativo monitoraggio delle proprie abitudini di navigazione, di siti web visitati e acquisti effettuati online è una apprensione superiore di otto punti rispetto alla media europea, mentre preoccupano, quasi allo stesso livello, l’attuazione di crimini online a proprio nome e con i propri dati personali, il reperimento delle informazioni per accedere all’abitazione e l’hackeraggio della propria email.