Reddito di cittadinanza: come funziona la proposta del M5S, requisiti e regole

Scritto il alle 14:48 da Redazione Finanza.com

Già all’indomani delle elezioni politiche è letteralmente esplosa la mania da “reddito di cittadinanza, la proposta decisamente più accattivante del programma del Movimento 5 Stelle (M5S). L’interesse è testimoniato dal numero di ricerche sul web per avere informazioni su che cos’è e come funziona il reddito di cittadinanza, andando anche a ricercare come è possibile richiederlo con i casi limite che si sono verificati al sud di richiesta di informazioni presso i CAF.

La guerra dei numeri

La proposta del Movimento 5 Stelle prevede un reddito garantito di 780 euro per oltre 9 milioni di italiani. Il Reddito di Cittadinanza costerebbe alle casse dello stato circa 17 miliardi di euro secondo quanto indicato dal M5S (15 miliardi per il Reddito di cittadinanza più 2 miliardi per i Centri per l’impiego), ma altre stime parlano di valori quasi doppi. L’Inps nel 2015 calcolò 30 miliardi, a inizio 2018 invece Massimo Baldini e Francesco Daveri su lavoce.info hanno calcolato circa 29 miliardi.

Cos’è il Reddito di cittadinanza, assegno di 780 euro mensili

La proposta del M5S, così come previsto dal Disegno di legge 1148 presentato nel 2013, prevede il diritto al reddito di cittadinanza per tutti coloro che non hanno reddito o hanno redditi molto bassi. Il reddito di 780 euro mensili è considerato secondo l’Istat il reddito minimo per vivere, per un totale di 9.360 euro annui.
Per le famiglie, l’importo varierà dal numero di componenti: un solo genitore con figlio percepirebbe 1.014 euro; quelle con 2 componenti percepirebbero 1.170 euro; 3 componenti con un solo genitore 1.248 euro; 3 componenti 1.404 euro; 4 componenti con solo un genitore 1.482 euro; 4 componenti 1.638 euro; 5 componenti con un solo genitore 1.716 euro; 5 componenti 1.872 euro.

Esempi concreti

Una famiglia di tre persone, con genitori disoccupati a reddito zero e figlio maggiorenne a carico: il reddito di cittadinanza per la famiglia sarà pari a 1560 euro al mese. Una coppia di pensionati con pensioni minime da 400 euro ciascuno: il reddito di cittadinanza sarà pari ad altri 370 euro per la coppia, come integrazione al reddito.

Requisiti richiesti e regole da rispettare

Se si hanno le credenziali per percepire il reddito, verrà richiesto di adempiere ad alcune regole:
– Iscriverti presso i centri per l’impiego e renderti subito disponibile a lavorare
– Iniziare un percorso per essere accompagnato nella ricerca del lavoro dimostrando la reale
volontà di trovare un impiego
– Offrire la propria disponibilità per progetti comunali utili alla collettività (8 ore settimanali)
– Frequentare percorsi per la qualifica o la riqualificazione professionale
– Effettuare ricerca attiva del lavoro per almeno 2 ore al giorno
– Comunicare tempestivamente qualsiasi variazione del reddito
– Accettare uno dei primi tre lavori che ti verranno offerti

Il Reddito di cittadinanza, così come proposto dal M5S, è sostanzialmente un’indennità di disoccupazione, perché prevede l’iscrizione ai centri per l’impiego per la ricerca di un posto di lavoro, corsi di formazione e la disponibilità, di 8 ore settimanali, per lavori socialmente utili. “Questa proposta non è limitata nel tempo – rimarca l’Aduc – è legata alla riforma dei Centri per l’impiego (connettere le varie amministrazioni dello Stato con il settore privato) e, ovviamente, alla disponibilità di fondi pubblici”.

Integrazione stipendio per chi lavora

Se si ha già un lavoro a tempo pieno, ma sottopagato, si avrà diritto all’integrazione del reddito con l’introduzione di un salario minimo contrattuale. Nessuno potrà più essere pagato meno di 9 euro l’ora. Se invece si ha un lavoro part time, il salario sarà integrato fino ad arrivare a 780 euro al mese.
Per le imprese saranno previsti incentivi per le aziende che assumono chi ha reddito di cittadinanza, laboratori per la creazione di nuove imprese nei centri per l’impiego, concessione di beni demaniali per le start up innovative e concessione delle terre demaniali abbandonate per progetti di recupero agricolo.

Da inizio anno è partito il REI

Non va dimenticato che da inizio anno è partito il Reddito di Inclusione, conosciuto con la sigla Rei, è la misura introdotta dal governo dallo scorso 1 gennaio per contrastare la povertà di nuclei familiari in condizioni economiche svantaggiate. Ecco di cosa si tratta, come funziona e chi può richiederlo.

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