Tutti pazzi per l’M&A: il trend positivo non rallenta (ricerca)

Scritto il alle 13:11 da Redazione Finanza.com

 

 

 

Prosperano acquisizioni e alleanze, le aziende continuano a pianificare operazioni e si dimostrano sempre più interessate a stringere partnership. Questa la conclusione di una ricerca condotta da EY secondo cui la metà degli intervistati sta pianificando operazioni M&A nei prossimi 12 mesi e il 40% prevede di stringere alleanze.

Il 14° Global Capital Confidence Barometer di EY, un sondaggio che ha coinvolto 45 paesi e oltre 1.700 dirigenti d’azienda, evidenzia come le prospettive globali nel mercato delle fusioni e acquisizioni rimangono stabili con il 50% delle società che prevede di realizzare operazioni nel corso dell’anno. La ricerca evidenzia un continuo interesse verso le strategie di buying and bonding (acquisizioni e alleanze) ed uno scenario competitivo di operazioni di M&A, da cui emerge che circa un terzo (28%) dei capi d’azienda si aspetta più offerte di acquisizione non sollecitate nei prossimi 12 mesi. Lo studio sottolinea il focus delle aziende sulla crescita esterna, evidenziando che il 40% dei dirigenti sta cercando di stringere alleanze con altre aziende.

Strategie audaci a sostegno della crescita

Lo studio dunque prevede uno scenario economico favorevole a nuove transazioni nel prossimo anno. Le valutazioni sono percepite stabili e i dirigenti restano fiduciosi sulla quantità e qualità delle opportunità di investimento, così come sulle probabilità di chiudere accordi di compravendita. Lo scenario è molto interessante: l’80% delle aziende sta pianificando più di un’operazione di M&A nel corso dell’anno; inoltre, un quarto dei dirigenti si aspetta un’ulteriore intensificazione delle attività nel prossimo anno. Sempre più spesso le aziende optano per operazioni di maggiore entità, con un aumento di cinque volte nel numero di imprese che cercano di acquisire asset del valore superiore al miliardo di dollari.

Le prospettive economiche interne suggeriscono investimenti all’estero

In presenza di una crescita economica locale contenuta, le aziende puntano a migliorare le prospettive di business guardando verso l’estero; il 74%, infatti, sta considerando acquisizioni cross-border. Il flusso delle operazioni di M&A dimostra che le aziende sono orientate verso una vasta gamma di aree geografiche. L’Europa occidentale si rivela, ancora una volta, la regione target più ambita, grazie a valutazioni relativamente contenute e a finanziamenti convenienti. Emerge come la tendenza degli investimenti da parte di aziende cinesi verso il resto del mondo è destinata a mantenersi stabile, vista la costante ricerca da parte loro di asset caratterizzati da proprietà intellettuali specifiche, per colmare i gap in termini di know-how. Le aziende cinesi hanno già investito oltre 100 miliardi di dollari in attività estere tra febbraio ed aprile 2016 – il valore più alto mai registrato. In termini di destinazioni di investimento, Stati Uniti, Regno Unito, Germania, India e Cina sono i primi cinque paesi.

Lo scenario in Italia

Le prospettive dell’economia italiana sia globale sia locale sono stabili per circa la metà degli intervistati. Tra i principali driver di crescita su cui le imprese si focalizzeranno troviamo l’ottimizzazione dei finanziamenti esterni e il miglioramento delle operazioni (54%), dato che si discosta da quello globale dove il focus è spostato sull’uso del digitale e degli analytics (47%). Il tema del financing è anche al centro delle agende dei board: per il 40% la riduzione dei costi è, infatti, la principale priorità, mentre in tema di employment le aziende prevedono di mantenere l’attuale consistenza della forza lavoro (57%) o assumere nuovi talenti (26%). Anche in Italia le alleanze sono viste come un possibile strumento di crescita in un contesto globale sempre più complesso, e per la metà degli intervistati rappresentano soprattutto una soluzione per monetizzare asset tangibili e intangibili. Le incertezze politiche mondiali sono percepite come un possibile rischio economico anche per i manager italiani (37%), insieme alla crescente volatilità del prezzo delle materie prime e delle valute (23%), ma, nel complesso, il livello di fiducia è alto per quanto riguarda sia la qualità delle operazioni che il numero delle opportunità, soprattutto nei confronti del mercato globale. Tra le mete preferite per gli investitori italiani si trovano – subito dopo l’Italia stessa – Stati Uniti, Regno Unito, Francia ed Emirati Arabi.
Aggiunge Marco Mazzucchelli: “Per quanto riguarda i settori, nel nostro Paese, Divesified Industrial Product, Consumer & Retail ed Energy sono quelli in cui si prevedono maggiori acquisizioni, mentre la dimensione delle operazioni resterà in linea con il trend degli ultimi anni”.

La dimensione delle operazioni nel nostro Paese resterà principalmente moderata, con la maggioranza dei deal al di sotto dei 250 milioni di dollari. Le acquisizioni al di fuori del proprio settore di appartenenza sono legate principalmente alla crescente necessità di rispondere alle nuove esigenze dettate dal cambiamento del comportamento dei consumatori (38%), mentre il driver principale delle operazioni per il 52% degli intervistati sarà la cessione di rami in sofferenza. Infine tra gli obiettivi strategici di un’acquisizione troviamo al primo posto la volontà di aumentare la propria quota di mercato nei mercati in cui si è già presenti, mentre tra i fattori esterni più rilevanti c’è l’aspettativa di profitti nel breve periodo.

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