Africa all’Expo: progetti sostenibili in Congo
L’Africa, e in particolare la Repubblica del Congo, è stata al centro del dibattito che si è svolto martedì 20 ottobre a Casa Corriere all’interno di Expo. I temi chiave dell’incontro sono stati due progetti di sostenibilità targati Eni per favorire lo sviluppo economico locale: il progetto integrato Hinda e il progetto delle stufe migliorate, realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano. Finanza.com ha seguito l’evento e ha intervistato Carlo Vito Russo, Executive Vice President Direzione Central and South Europe di Eni.
Il progetto Hinda è realizzato dal Cane a sei zampe in Congo con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle comunità intorno al campo onshore di M’Boundi attraverso interventi in settori chiave per lo sviluppo quali la salute, l’agricoltura, l’accesso all’acqua e all’energia. L’accesso all’energia è fondamentale, oltre che per migliorare la qualità della vita, anche per sviluppare la microimprenditorialità locale.
Alla fine del 2014 il progetto Hinda ha visto la realizzazione di 3 centri di salute, 9 scuole, 21 pozzi con l’istallazione dei relativi sistemi di approvvigionamento energetico. Senza dimenticare nel solo 2014 la vaccinazione di 17.871 persone di cui 4.275 donne incinte e oltre 13.500 bambini.
Il gas proveniente dal campo onshore di M’Boundi alimenta due centrali elettriche realizzate da Eni: la centrale di Djeno e la centrale del Congo. Il tutto ha permesso la capillarizzazione della distribuzione di energia elettrica e l’illuminazione stradale a Pointe Noire, servendo un’area abitata di 350.000 persone e installando oltre 6.500 punti luce lungo la viabilità urbana. Queste due centrali contribuiscono a circa il 60% della capacità installata in Congo.
L’accesso all’energia è quindi fondamentale per contribuire all’efficacia degli altri interventi presenti del progetto Hinda, come quelli dal più elevato impatto sociale. Due esempi sono il progetto Kento Mwana per prevenire la trasmissione dell’Hiv da madre a figlio e il progetto Salissa Mwana per migliorare l’assistenza sanitaria dei bambini residenti nelle aree rurali.