Come si affitta una stanza di casa propria
In un momento di crisi economica, qualsiasi entrata extra può essere utile al bilancio famigliare ed ecco allora che da qualche anno si è sviluppata la tendenza di affittare singole camere del proprio appartamento a studenti, lavoratori fuori sede o a persone che, fuori casa per lavoro o altre esigenze, necessitano di un alloggio economico.
Chi ha una camera in più in casa e non pensa di doverla sfruttare nei mesi successivi può decidere di affittarla e di ospitare in casa “nuovi amici”. L’iter non è complicato e permette di ottenere un buon guadagno.
L’affitto di porzioni di appartamenti è previsto dalla legge che prevede le stesse condizioni di affitto previste per la locazione di un qualsiasi immobile residenziale a uso civile: possono essere stipulati contratti 4+4, 4+2 oppure transitori, riservati agli studenti universitari, che hanno una durata variabile tra 1 e 18 mesi e non vige il diritto di rinnovo da parte dell’inquilino. Esiste anche la possibilità di stipulare contratti concordati, che hanno una durata minima di 3 anni ma rinnovabile per i successivi 2.
Queste sono le disposizioni generali di legge, valide a grandi linee su tutto il territorio nazionale, ma possono sussistere eccezioni sulla base del piano urbanistico e della regolamentazione locale. Infatti, i comuni possono liberamente e autonomamente scegliere di vietare questa forma d’affitto, vietando di fatto la locazione a persone estranee alla famiglia, oppure consentendola solo dietro il rilascio di una particolare forma di licenza da richiedere negli uffici comunali.
Ovviamente nella scelta della camera da affittare è importante fare alcune importanti considerazioni, in modo da ottimizzare il guadagno e rendere la convivenza il più piacevole possibile.
Prima di tutto, se è possibile, è bene lasciare all’inquilino la camera più isolata. Si tratta di una misura precauzionale per il rispetto della privacy sua, del locatore e della sua famiglia. Inoltre, se la casa ha a disposizione più di un bagno, è bene preventivare che uno di questi, magari quello di servizio, debba essere concesso in utilizzo esclusivo al locatario: in questo modo oltre a rispettare gli spazi di ognuno, il locatore può esigere il pagamento di una pigione più alta, visto che nell’affitto della stanza include un servizio aggiuntivo.
Nel momento in cui si conclude l’accordo per l’affitto, il locatario e il locatore è bene che si incontrino e facciano un inventario degli oggetti presenti all’interno della stanza, che dovrà essere restituita così com’è al termine del contratto. Si tratta di una misura precauzionale per tutelare entrambi gli interessi: le parti tengono una copia dell’elenco per uno; al momento di lasciare la stanza, si effettua un controllo per verificare che tutto sia stato rispettato.
Al locatario devono essere consegnate le chiavi di casa senza alcuna imposizione di limiti per l’ingresso e l’uscita: per contratto l’inquilino ha diritto a ricevere una copia di tutte le chiavi necessarie per l’ingresso in casa e, in caso di trasferimento della residenza, ha diritto anche all’accesso alla cassetta della posta per ritirare la sua corrispondenza personale.
Una volta presa la decisione di affittare una stanza del proprio appartamento, si consiglia di inserire gli annunci nelle bacheche delle università, delle palestre e dei supermercati: sono i luoghi pubblici in cui è più facile intercettare un possibile inquilino interessato all’affitto. I giovani rappresentano il bacino di interesse principale per questa forma di affitto, perché più propensi all’adattamento pur di risparmiare. Per quanto riguarda la richiesta dell’affitto, è bene rifarsi alla media della propria città e della zona in cui si trova la casa, in modo da posizionarsi nel “mercato”, senza esagerare con la richiesta, anche alla luce della particolare situazione economica del paese Italia.