Obbligazioni: debuttano oggi due nuovi bond di Banca IMI, focus su dollaro Usa e aussie
Si arricchisce l’offerta delle Obbligazioni Collezione di Banca IMI. La banca d’investimento di Intesa Sanpaolo oggi ha quotato sul MOT e sull’EuroTLX due nuove obbligazioni a tasso fisso della gamma Collezione: la prima è emessa in dollari statunitensi (USD) mentre nella seconda la valuta di emissione è rappresentata dal dollaro australiano (AUD, soprannominato aussie).
Nel caso del bond Banca IMI Collezione Tasso Fisso Dollaro USA Opera VI (con codice Isin: XS1251080088) la scadenza è fissata per il 26 giugno del 2022 mentre l’obbligazione Banca IMI Collezione Tasso Fisso Dollaro Asutraliano Opera V (XS1251080831) scadrà un anno prima, il 26 giugno del 2021.
L’obbligazione in dollari statunitensi presenta una cedola annua lorda del 3,5% e un prezzo di emissione fissato a 99,8: quindi, sulla base del prezzo di emissione, il tasso di rendimento annuo è del 3,530%. Investendo invece nel titolo denominato in dollari australiani si riceva une cedola lorda annua del 4,35% che, sulla base del prezzo di emissione (anche in questo caso sotto la pari, 99,8), porta il tasso di rendimento al 4,384 per cento. Il taglio minimo per sottoscrivere questi strumenti è rispettivamente fissato a 2 mila dollari statunitensi e 2 mila dollari australiani (pari a circa 1.800 e 1.400 euro).
Essendo denominate in valuta estera, entrambe le emissioni rappresentano un’interessante alternativa di impiego per gli investitori alla ricerca un extra-rendimento rispetto ai titoli di Stato dell’Eurozona e intenzionati ad implementare una diversificazione valutaria del proprio portafoglio.
L’andamento del cambio tra l’euro e il dollaro statunitense e tra l’euro e il dollaro australiano rappresenta un elemento capace di influenzare sia l’entità dei flussi periodici sia l’ammontare del capitale finale, visto che un rafforzamento di USD e AUD è destinato ad incrementare il rendimento totale appannaggio dell’investitore.
Al momento, quella di un rafforzamento di queste due valute rispetto all’euro rappresenta l’ipotesi più probabile. Questo sia alla base del rispettivo andamento economico (gli analisti stimano un incremento del Pil comparativamente più debole in Eurolandia) e sia alla luce delle differenti politiche monetarie delle rispettive banche centrali. Con l’obiettivo di rilanciare prezzi al consumo e crescita economica, la politica monetaria della Banca centrale europea non è mai stata così espansiva (a scapito delle quotazioni della moneta unica), mentre in Stati Uniti e Australia si discute su quando sarà avviato il processo di normalizzazione monetaria (un procedimento destinato a rafforzare le rispettive monete).