Doyen Sports, cosa è la società che investe nel calcio

Scritto il alle 06:11 da Redazione Finanza.com

Doyen Sports è entrato nel linguaggio comune degli sportivi da quando il Milan, al termine di una lunga e complicata trattativa con Silvio Berlusconi, ha visto il nuovo socio Mr Bee Taechaboul entrare nell’orbita rossonera (salvo ripensamenti dopo la due diligence). Il club rossonero va quindi ad aggiungersi a Porto, Atletico Madrid, Monaco, Benfica Siviglia e Santos, già da tempo operativi con il fondo d’investimento. La domanda che si fanno in tanti, soprattutto i tifosi del glorioso sodalizio rossonero, alla luce di quanto successo, è perciò la seguente: cos’è realmente Doyen e cosa fa?

Doyen Sports, questo il vero nome del fondo, è nata nel 2008 e costituisce il ramo sportivo di Doyen Group. La società è brasiliana, ma la sua sede principale è sita a Malta, mentre la figura chiave è quella di Nelio Lucas.
E’ Bloomberg News ad indicare in Tevfik Arif, leaded del gruppo immobiliare Bayrock Group e in Fettah Tamince, dirigente della catena Rixos Hotel, i soci più importanti del fondo.
Ha in pratica cominciato ad operare in Spagna, per poi estendere la sua influenza in Brasile, Turchia e Portogallo. Un lavoro derivante dalla constatazione che spesso le società di calcio non sono in gradi di far fronte alle spese per l’acquisto di calciatori che possano alzare il tasso tecnico della squadra. L’intervento quindi di una società terza nella fase dell’investimento permette il completamento dell’acquisto in cambio di una percentuale al momento della cessione del calciatore ad altra compagine negli anni successivi.

Il suo nome è associato all’operazione che ha portato all’acquisto di Neymar da parte del Barcellona, per la cifra record di 57 milioni di euro, il 40% dei quali finiti proprio nelle capienti casse di Doyen.
Se questa è l’offerta base, la collaborazione economica può anche mutare di aspetto e diventare più organica. In questo secondo caso il fondo d’investimento diventa una vera e propria istituzione finanziaria di carattere privato, che provvede a finanziare i club nella fase dell’acquisto delle prestazioni di un determinato calciatore.
Ne consegue però una dipendenza sempre crescente e la perdita effettiva d’autonomia operativa, tale da sfociare infine nella assunzione del controllo da parte di Doyen e, nei casi più estremi, nella sua acquisizione del sodalizio sportivo.

Tuttavia occorre ricordare che dal primo maggio le cosiddette terze parti sono state bandite dalla FIFA, la modalità con cui si muovevano i fondi d’investimento. Molto radicate in Sudamerica (Tpo, third party ownership), dove operano da circa un trentennio tramite l’acquisto direttamente dei cartellini dei giocatori, il primo episodio di trattative condotte in Europa tramite società puramente investitrici avvenne nel 2008 con il passaggio degli argentini Tevez e Mascherano dal Corinthians al West Ham. Come detto però, il massimo organismo calcistico ha deciso di vietare Tpo e Tpi (third party investment), dunque lasciando come margine a tali fondi d’investimento solo la possibilità di entrare direttamente nel capitale azionario del club, la preoccupazione maggiore per i tifosi del Milan, ovvero la possibilità che in breve tempo la società venga ad essere controllata dal fondo, diventandone una succursale.

Andrebbe però ricordato al contempo che proprio in questo modo, ad esempio, l’Atletico Madrid ha potuto permettersi nel corso degli ultimi anni il varo di una squadra fortissima, in grado di competere con le corazzate del calcio spagnolo (Real Madrid e Barcellona) e continentale, arrivando alla finalissima della Champions League. Solo per citare alcuni tra i giocatori controllati da Doyen, l’attaccante colombiano Radamel Falcao, il centrocampista francese Geoffrey Kondogbia ed il calciatore della Lazio Felipe Anderson. Altre stelle nell’orbita del fondo, in quanto gestori dei diritti d’immagine sono Morata, Alvaro Negredo, Reyes e Scepovic. Inoltre nell’ultima stagione Doyen è stato sponsor di maglia per Siviglia e Granada.

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