Obbligazioni: da Banca IMI due bond a tasso misto in Dollari Usa e Sterline
Cresce l’offerta di Obbligazioni Collezione di Banca IMI. La banca d’investimento di Intesa Sanpaolo nei giorni scorsi ha quotato su EuroMOT e EuroTLX due nuove obbligazioni a tasso misto della gamma Collezione: la prima è emessa in dollari statunitensi (USD) mentre nella seconda la valuta di emissione è rappresentata dalla Sterlina Inglese (GBP).
In entrambi i casi, sia per l’Obbligazione Banca IMI Collezione Tasso Misto Dollaro USA Serie II (ISIN IT0005114365) e sia per l’Obbligazione Banca IMI Collezione Tasso Misto Sterlina Inglese Serie I (IT0005114357), i bond presentano una durata di 7 anni (scadenza 14 maggio 2022) e cedole prima fisse, il primo e il secondo anno, e poi variabili, dal terzo al settimo anno.
Nel caso del bond in dollari statunitensi il rendimento lordo nei primi due anni è fissato al 3,6% (2,66% netto) mentre a partire dal terzo anno la cedola, variabile, sarà pari al Libor in dollari americani a tre mesi maggiorato dello 0,5%. Nel caso delle obbligazioni denominate in sterline, la cedola lorda sarà pari al 3,3% (2,44% netto) mentre il rendimento variabile sarà basato sul Libor in sterline maggiorato di mezzo punto percentuale. Il taglio minimo per sottoscrivere questi strumenti è rispettivamente fissato a 2 mila dollari e mille sterline (pari a circa 1.800 e 1.400 euro).
Essendo denominate in valuta estera, entrambe le emissioni rappresentano un’interessante alternativa di impiego per gli investitori alla ricerca un extra-rendimento rispetto ai titoli di Stato dell’Eurozona e intenzionati ad implementare una diversificazione valutaria del proprio portafoglio.
L’andamento del cambio tra l’euro e il dollaro statunitense e tra l’euro e la sterlina rappresenta un elemento capace di influenzare sia l’entità dei flussi periodici, sia l’ammontare del capitale finale, visto che un rafforzamento di USD e GBP è destinato ad incrementare il rendimento totale appannaggio dell’investitore.
Per i prossimi anni, gli analisti sono concordi nel ritenere probabile un apprezzamento di queste due valute rispetto all’euro alla luce delle attese di crescita economica (più debole in Eurolandia, più robusta in Stati Uniti e Gran Bretagna) e delle politiche monetarie divergenti delle rispettive banche centrali.
Da un lato c’è una Banca centrale europea che, tra le altre misure espansive, ha recentemente varato il tanto atteso piano di Quantitative Easing (che, come annunciato da diversi esponenti, potrebbe durare più del previsto), dall’altro le Banche centrali di Stati Uniti e Gran Bretagna sono generalmente considerate quelle che daranno il la al processo di normalizzazione monetaria.
https://youtu.be/e2DLHtCWIys