Expo 2015: il Padiglione Giappone
Il Padiglione del Giappone, realizzato secondo il progetto di Atsushi Kitagawara, uno dei più famosi architetti giapponesi odierni, interpreta il tema fondamentale dell’Expo italiana, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, volendo rappresentare la conoscenza, le tecniche e l’esperienza insiti nella cultura alimentare del Giappone.
Con uno spazio espositivo di 4.170 mq, presenta un’entrata molto ampia, sviluppandosi in gran parte in lunghezza, ricordando una delle tradizionali case di Kyoto. Per la sua realizzazione, oltre ad utilizzare materiali naturali come legno e bambù, si sono impiegate anche moderne tecnologie informatiche, nonchè sistemi tesi ad assicurare il risparmio energetico. Sia le installazioni del padiglione sia gli eventi che vi si svolgeranno richiameranno tutti i cinque sensi dell’uomo, in modo che i visitatori possano comprendere nel modo più completo possibile la cultura alimentare nipponica.
La partecipazione all’Expo per il Giappone è un modo di proporre la propria cultura alimentare, dando un esempio di come con un nutrimento sano e sostenibile, possa essere anche un modello di quanto sia possibile realizzare per contrastare i problemi che oggi abbondano nel mondo, sia per quanto riguarda la fame che per quanto riguarda l’ecologia. Allo stesso tempo, il Giappone vuole sfruttare questa opportunità per rilanciare, dopo il disastroso terremoto del 2011, l’immagine mondiale del paese, migliorando le opportunità di business, legate al turismo. Le parole più importanti relativamente alla partecipazione giapponese all’Expo di Milano, sono sue, “Salute” e “Edutainment”, che significa educare divertendo. Ecco che i piatti tipici della cucina nipponica, quelli a base di riso, oppure di verdure, o pesce crudo, vengono proposti durante l’Expo come un modello alimentare “bilanciato”, che rappresenta la perfetta antitesi a quegli eccessi alimentari, tipici di alcune culture, che causano obesità, per circa un miliardo di persone in tutta la terra.
Presenti anche progetti indirizzati alle scuole, nei quali sono “veicolati” i tradizionali concetti del non sprecare e della condivisione con gli altri. In patria, il governo nipponico è entrato in azione già da dieci anni per diffondere un’educazione di “consapevolezza alimentare” alle famiglie, e sta lavorando al fine di vedersi riconosciuta dall’Unesco la dieta alimentare nipponica con la denominazione di “patrimonio dell’umanità”. Oltre a questi temi importanti, è presente anche quello dell’armonia, sia estetica che ambientale, e quello della tecnologia, specialmente per quanto riguarda il settore della “conservazione” dei cibi, ed il loro trasporto e la loro distribuzione.
Un contributo importante nella realizzazione del padiglione del Giappone è arrivato anche dalle imprese italiane. In particolare per la realizzazione dei ventimila pezzi in legno che lo costituiscono e che sono stati assemblati con il metodo dell’incastro, che in Giappone ha una lunghissima tradizione, e che è uno dei preferiti dell’architetto Kitagawara. L’impresa italiana che ha realizzato quanto progettato è la Galloppini, nel suo stabilimento ubicato a Borgosesia, una delle aziende italiane maggiormente specializzata nella lavorazione del legno. Il montaggio in cantiere è stato fatto a mano, senza l’utilizzo di chiodi o viti e senza mezzi di sollevamento meccanici. A seconda degli incastri previsti per ogni pezzo, sono state necessarie quattro fasi di lavorazione, tutte di grande precisione per poter garantire un corretto montaggio. Inoltre nel padiglione del Giappone sono stati utilizzati 150 metri quadri di vetro laccato bianco, per realizzate dei divisori, vetro fornito da AGC Glass Europe e realizzato con una tecnologia brevettata.
Dove si trova il padiglione Giappone ad Expo 2015