Inquinamento: L’Unione Europea limiterà l’uso dei sacchetti di plastica

Scritto il alle 10:00 da Redazione Finanza.com

Sul fronte dell’inquinamento si sono fatti passi da giganti ma la battaglia è ancora lunga, difficile e piena di insidie. Diverse azioni comuni sono state messe in atto a favore della tutela dell’ambiente, uno dei problemi più complessi di oggi. Un argomento delicato, di difficile risoluzione e destinato a continui sviluppi. Questa volta oggetto di nuovi provvedimenti sono i diffusissimi sacchetti di plastica, ritenuti altamente inquinanti. L’Unione Europea proprio in questi giorni sta trattando la questione ed è pronta ad introdurre nuovi limiti sul loro uso. Il via libera del Parlamento Europeo è previsto per il prossimo lunedì. Una scelta difficile perché non condivisa a pieno da tutte le parti. Una trafila che ha suscitato diverse tensioni fra gli Stati Membri e ha fatto nascere anche un contrasto acceso tra le altre istituzioni europee e la Commissione.

Secondo le indiscrezioni trapelate, l’intesa raggiunta prevede una netta limitazione del numero di sacchetti da usare. Le indicazioni dell’Unione Europea sono chiare: riuscire a dare un nuovo colpo all’inquinamento attraverso un impegno comune. Prevista una riduzione corposa perché i Paesi dovranno limitare l’uso annuale dei sacchetti a 90 pro capite entro l’anno 2019 e addirittura a 40 entro il 2025. Questi gli obiettivi dei nuovi provvedimenti in arrivo. Secondo dati aggiornati oggi la media annuale di sacchetti usati si aggira intorno ai 200. Per far fronte a questa nuova necessità i singoli governi hanno la facoltà di introdurre delle tasse. Proprio grazie a una particolare tassazione, la virtuosa Danimarca è stata capace di ridurre il numero pro capite ad appena quattro. Un risultato davvero incoraggiante. Molto differenti, invece, i dati raccolti in altre realtà. Infatti, la media si aggira intorno ai 466 pro capite all’anno in Slovacchia, Polonia e Portogallo. Appare evidente che le restrizioni dell’Unione Europea mirano a migliorare le situazioni specie in alcuni Paesi che ad oggi fanno largo consumo dei sacchetti di plastica.

Nel corso delle trattative non sono mancate le difficoltà, con la Commissione intenzionata a un certo punto a bloccare l’accordo in favore di soluzioni alternative. Una scelta che non ha riscosso i consensi di Parlamento e Consiglio e prontamente respinta. Nonostante qualche inevitabile momento di incertezza, ora l’intesa raggiunta tra i Ventotto e l’assemblea di Strasburgo è in attesa della definitiva approvazione. Un accordo avvenuto dopo che Bruxelles aveva aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Decisione presa perché Roma per diminuire l’utilizzo dei sacchetti non biodegradabili ha imposto le tasse sull’acquisto, provvedimento non in linea con le norme del mercato unico. Dal canto loro, Paesi come Germania e Gran Bretagna per non danneggiare troppo le proprie industrie hanno cercato di opporsi a regole ritenute eccessivamente restrittive. Una presa di posizione probabilmente anche per non favorire indirettamente Paesi come l’Italia dove le industrie dei sacchetti biodegradabili sono presenti in modo rilevante. Ora che dopo vari contrasti interni finalmente è stato raggiunto l’accordo si attende solo l’approvazione definitiva del Parlamento

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