Stress: nel 2020 sarà la principale causa di malattie

Scritto il alle 11:00 da Redazione Finanza.com

La previsione è di quelle che non possono che far preoccupare: secondo un’analisi compiuta dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, da qui a soli sei anni il motivo principale per cui i lavoratori saranno costretti ad assentarsi dal lavoro sarà infatti lo stress. Il dato, che senza dubbio è allarmante, è stato segnalato nel corso di un evento avente come scopo quello di portare all’attenzione dell’opinione pubblica il tema dei rischi di natura sociale e psicologica nel luogo di lavoro.
Il convegno, intitolato “Insieme per la prevenzione e la gestione dello stress lavoro-correlato”, ha avuto luogo a Roma, nella sede del Ministero degli Esteri

Tommaso De Nicola, alto dirigente dell’Inail, ha affermato che i motivi principali della condizione di stress nella quale può finire con il trovarsi un lavoratore del Vecchio Continente sono l’assenza di una sicurezza lavorativa, ovvero lo stato di precarietà, la mole di lavoro da svolgere e l’assenza di un adeguato supporto da parte dei colleghi di lavoro e dei propri diretti superiori. Inoltre, secondo quanto appurato dall’analisi compiuta dall’Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, per circa la metà della forza lavoro europea con un’occupazione lo stress risulta essere una condizione normale.

Benedetto Della Vedova, sottosegretario alla Farnesina, nel corso dell’intervento con cui ha aperto il convegno, ha dichiarato che il problema dello stress sul posto di lavoro, con tutte le conseguenze che esso comporta nella vita delle persone, riguarda la collettività nel suo insieme e deve quindi essere affrontato e risolto.
Il rappresentante del governo, nel corso del proprio intervento, ha portato l’esempio di chi, a causa del proprio lavoro, si ritrova a dover lavorare all’estero e a dover periodicamente trasferirsi in un altro paese, costringendo anche i propri familiari, primi fra tutti i figli, ad abbandonare luoghi in cui si erano perfettamente integrati e a ricominciare tutto da capo.

L’allarme sullo stress come causa principale dell’assenza dal lavoro era stato per la verità già lanciato quattro anni fa, ma secondo quanto affermato dagli esperti intervenuti al convegno che si è tenuto alla Farnesina, in questi quattro anni è stato fatto poco per porre un argine a questo problema, motivo per cui da qui a sei anni, se non si correrà subito ai ripari, lo stress diventerà, come detto, il motivo principale per cui un lavoratore non si recherà al lavoro, con conseguenti costi economici e sociali molto alti.
Tommaso De Nicola ha però messo in guardia su un altro rischio correlato a questa forma di stress, forma che prende il nome di “stress lavoro-correlato”. L’alto dirigente dell’Inail ha infatti posto l’accento su come vi sia una percentuale di lavoratori che, vittima di questo tipo di stress, decide di andare comunque a lavorare, non riuscendo tuttavia a svolgere i propri compiti in modo consono. Questo fenomeno, che è stato definito “presenzialismo”, causa una flessione della produttività con conseguente danno economico per l’impresa e quindi, alla fine, per il lavoratore stesso.

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