Uber: vincono i tassisti, la Germania blocca temporaneamente l’applicazione.
Uber, l’applicazione per smartphone e dispositivi mobili che permette di noleggiare auto con conducente, continua a far discutere. Stavolta è stato un tribunale di Francoforte a rispondere alle numerose rimostranze dei tassisti. Il tribunale tedesco ha, infatti, decretato il blocco temporaneo dell’applicazione sul territorio tedesco. Un bando che è destinato a fare discutere: si tratta, infatti della prima decisione di questo genere nei confronti della contestata applicazione. Le motivazioni alla base di questa drastica decisione sono state la mancanza della licenza e dell’assicurazione per i passeggeri, obbligatorie per esercitare il mestiere.
La vicenda.
Le accuse contro Uber non sono certo una novità. Infatti, molti tassisti accusano l’azienda di operare in modo abusivo, andando a ledere l’operato dei canali tradizionali e operando una concorrenza sleale. Ma stavolta i tassisti tedeschi non si sono fermati qui: hanno accusato la start up di essere sovvenzionata da grandi colossi quali Goldman Sachs e Google. Un’accusa ben precisa, quella portata avanti dai tassisti tedeschi per mezzo del portavoce Dieter Schlenker e che non si limita ad additare Uber, ma che va a colpire l’intero settore della sharing economy, rea, a loro dire, di portare solamente danni a imprese e lavoratori.
Le reazioni.
Uber, preso atto dello stop temporaneo prospettatole, si è detta decisa a non mollare ed anzi ha sottolineato come la sua attività sarà portata avanti con maggior vigore. Una volontà ben precisa che, però, si scontra col divieto assoluto imposto dal giudice. La pena per la violazione del blocco, infatti, è stata fissata a circa 330 mila dollari (250 mila euro) per l’azienda con sede a San Francisco. Nonostante questo rischio la decisione di Uber non può sorprendere, essendo la Germania uno dei mercati in maggior crescita.
I precedenti.
Pur essendo un divieto molto severo, non si tratta comunque della prima restrizione imposta da un giudice all’attività della start up americana. Già un tribunale di Bruxelles, qualche tempo fa, aveva stabilito una multa di 100.000 euro ogni corsa accettata dai conducenti non professionisti. Anche in territorio tedesco la decisione non è di certo una novità: già i tribunali di Berlino ed Amburgo avevano decretato il blocco di Uber, giustificando la decisione con i possibili rischi per l’incolumità dei passeggeri. In entrambi i casi, però, l’azienda ha potuto evitare di sospendere il servizio presentando ricorso. La sensazione è che, stavolta, il ricorso, per altro già annunciato, potrebbe non essere sufficiente, data la maggiore severità del provvedimento adottato dal giudice. Per sapere se questa importante vittoria per i tassisti tedeschi sarà duratura e destinata a fare scuola nelle altre città in cui opera Uber oppure si rivelerà solo l’ennesimo scontro di questa battaglia non ci resta che attendere gli sviluppi del ricorso.