Calorie Alimenti: si diffonde in Unione Europea l’idea dei “semafori alimentari”

Scritto il alle 10:30 da Redazione Finanza.com

Sempre più Paesi dell’Unione Europea intendono adottare i semafori per segnalare i cibi eccessivamente ricchi di grassi e zuccheri. Una misura di facile comprensione per tutti ma che nasconde insidie dovute alla genericità delle informazioni contenute nel bollino.

Dopo la Gran Bretagna anche la Finlandia e la Francia premono sull’applicazione di questa speciale etichettatura. Per quanto riguarda la Francia, è il ministro della Salute Marisol Touraine ad aver presentato ai ministri una proposta di legge per l’introduzione sulle confezioni degli alimenti di un semaforo che indichi la nocività dei prodotti in relazione alla presenza elevata di grassi, zuccheri e sale. La proposta dovrebbe arrivare in discussione dopo la pausa estiva. Sulla stessa linea si pone la Finlandia e questo nonostante la scelta inglese non sia stata ben accolta e l’Unione Europea abbia iniziato una procedura di infrazione in quanto il sistema di etichettatura è considerato contrario alle norme del mercato interno. Tale procedura è però ferma perché si attende il rinnovo delle cariche. Resta da dire che l’Unione Europea aveva suggerito delle campagne di educazione alimentare nelle scuole e per la classe medica.

Oltre le frontiere dell’Unione Europea il sistema di etichettatura per cibi non considerati salutari, si sono mossi anche Nuova Zelanda ed Ecuador, quest’ultimo ha bollato in rosso i prodotti che contengono elevate percentuali di sale, zuccheri e grassi.

In Italia la polemiche contro tali strategie è elevata perché sono stati bollati in rosso prodotti tipici del nostro territorio e che hanno successo e vendite anche grazie all’Export come il Prosciutto San Daniele, il Parmigiano Reggiano e l’olio di oliva. In particolare Assolatte ha criticato l’etichettatura adottata in Inghilterra perché non tiene conto dei principi nutrizionali dei prodotti o della presenza di sostanze antiossidanti e quindi salutari. Il sistema di etichettatura inglese, infatti, non prevede l’indicazione delle calorie contenute nelle porzioni o le quantità giornaliere consigliate. Sempre secondo Assolatte tali decisioni prese singolarmente dagli Stati membri vanno contro l’esigenza di armonizzazione delle norme europee in materia. Dello stesso avviso anche il ministro Lorenzin, ministro della Salute, che condivide le preoccupazioni di Assolatte. 

Resta da precisare che nonostante il sistema di etichettatura e i semafori rossi, sembra che gli inglesi siano poco propensi a rinunciare ai cibi italiani e in particolare i più pregiati, cioè i prodotti con Denominazione di Origine Protetta (DOP), come il Gorgonzola e il Grana Padano e i prodotti della tradizione made in Italy come provolone e mozzarella per i quali nei primi mesi del 2014 le esportazioni sono cresciute di oltre il 7%. La Gran Bretagna si conferma così al quarto posto come Paese di sbocco dei prodotti lattiero caseari italiani.

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