Google & Privacy: in Italia utenti saranno più tutelati.

Scritto il alle 09:15 da Redazione Finanza.com

Gli italiani che usufruiscono di Google e di tutti i servizi ad esso collegati, presto saranno maggiormente tutelati. Il Garante della privacy ha infatti deciso che il colosso “a stelle e strisce” non potrà servirsi dei dati degli utenti italiani ai fini di profilazione se non avrà in precedenza ottenuto il permesso per tale utilizzo. Ma questo non è tutto: dovrà anche esplicitare di mettere in pratica tale tipo di attività con finalità di tipo commerciale. Si è così chiusa con un provvedimento contenente prescrizioni precise l’istruttoria che 12 mesi fa il Garante nostrano aveva fatto partire in conseguenza di alcune modifiche che Google aveva messo in atto in merito alla propria politica in fatto di privacy.

Quello che ha visto la luce oggi è il primo provvedimento nel Vecchio Continente che, all’interno di una strategia comune con le Autorità degli altri paesi e dopo ciò che ha statuito la Corte di Giustizia europea sul “diritto all’oblio”, non si ferma ad un monito sul rispetto dei principi in fatto di privacy, ma va ad indicare materialmente le possibili misure che Google deve mettere in campo per rispettare la legge.

Durante l’istruttoria, che ha visto il confronto dell’Autorità italiana con diversi dirigenti di Google, l’azienda americana ha attuato diverse misure per mettersi in regola con la normativa sulla privacy. Tuttavia ciò non è bastato e il Garante ha messo l’accento sull’esistenza di una serie di criticità, che vanno, ad esempio, da “un’informativa agli utenti non corrispondente a standard di adeguatezza, ai tempi non certi di mantenimento dei dati sensibili nei server di Google”.

Il Garante ha chiesto al colosso americano di predisporre una modalità d’informazione che si sostanzi in più livelli, in maniera tale da fornire in un primo livello a carattere generale le comunicazioni più importanti per chi utilizza i servizi di Google, e ad un secondo livello più dettagliato, info relative ad ogni servizio offerto.
Ma quel che Google dovrà imprescindibilmente rendere noto è, nell’informativa di primo livello, il fatto che i dati sensibili degli utenti “sono monitorati e oggetto di utilizzo, tra l’altro, con fini di profilazione per pubblicità mirata”. Inoltre dovrà sempre essere reso noto che i dati sensibili vengono fatti propri dall’azienda anche con modalità più complesse di quelle che tutti conoscono, come ad esempio i “cookies”.

Per poter far uso dei dati sensibili degli utilizzatori di Google o dei suoi servizi con la finalità sopra riportata e per quella di “campagne pubblicitarie comportamentali personalizzate”, Google dovrà richiedere il consenso degli utenti, non potendo più ritenere che il semplice uso del proprio servizio sia una tacita accettazione di regole che, prima di oggi, non vedevano gli utenti chiamati a poter dire la propria.

Inoltre il colosso americano dovrà garantire una tempistica certa per “quanto concerne il periodo di conservazione dei dati”. Tale tempistica dovrà essere studiata avendo come riferimento il Codice della privacy. La garanzia in questione a dovrà riguardare sia i dati conservati su quei sistemi che vengono in gergo informatico definiti “attivi”, sia quelli all’interno di sistemi cosiddetti di “backup”, ovvero quelli già sottoposti ad archiviazione. Inoltre il Garante ha stabilito un termine di 60 o 180 giorni per l’evasione delle richieste di cancellazione dei dati personali, fatte da utenti che abbiano un account, a seconda che i dati da eliminare siano su sistemi “attivi” o su sistemi di “backup”. Per ciò che invece concerne la cancellazione di dati rintracciabili tramite l’uso del motore di ricerca, il Garante nostrano ha deciso di attendere le modalità di applicazione della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea di cui vi abbiamo sopra accennato.

I vertici di Google hanno commentato la decisione, affermando di “aver collaborato costantemente con il Garante nel corso di questa vicenda per spiegare le proprie privacy policy e come queste consentono di creare servizi più semplici ed efficaci”, per poi concludere che “tale collaborazione andrà avanti anche in futuro, partendo da un’analisi del provvedimento del Garante“.

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