Investimenti: 10 regole d’oro per un portafoglio efficiente anti-bolla

Scritto il alle 14:47 da Redazione Finanza.com

Wall Street ai massimi storici, Piazza Affari con un saldo positivo a doppia cifra da inizio e una generalizzata propensione al rischio. Non manca però chi teme un crollo repentino delle quotazioni come quello che si verificò nel 2000 allo scoppio della bolla Internet o quello legato alla crisi dei mutui subprime del 2008.
Clerical Medical, compagnia specializzata in polizze unit-linked, ha individuato le 10 regole auree per proteggere i propri investimenti dal rischio di una ipotetica bolla.
“L’euforia di questi giorni non ci deve far dimenticare le lezioni che arrivano da un recente passato – rimarca il report di Clerical Medical – La bolla della new economy comportò una distruzione di ricchezza di $8 trilioni, pari alla somma del PIL di Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia e Spagna e fu preceduta da un’evidente disconnessione tra le valutazioni di mercato e ogni ragionevole aspettativa di crescita”. In quegli anni, Cisco, per esempio, era valutata oltre 100 volte gli utili perché incorporava tassi di crescita degli utili futuri ben oltre il 15%. Se questa crescita del 15% fosse continuata per i successivi venticinque anni, Cisco sarebbe arrivata a capitalizzare più dell’intera economia Usa.
Tornando ai giorni nostri, quali metriche sono state utilizzate da Facebook per giustificare i $19 miliardi pagati per WhatsApp? “In quest’ultimo periodo – prosegue Clerical Medical – i giganti della rete (come Google) e in particolare i social network (Facebook, LinkedIn e Twitter) hanno visto crollare le quotazioni, generando panico da vendita e facendo temere lo scoppio di una nuova bolla” con la comunità finanziaria divisa tra chi sostiene la tesi di una correzione momentanea dovuta a forti realizzi da parte dei fondi di investimento e chi invece parla di fine corsa e di inversione di tendenza.

Ecco di seguito le 10 regole auree per proteggere i propri investimenti indicate da Clerical Medical:

1) Conosci te stesso
Il primo passo da compiere consiste nel conoscere la propria propensione al rischio, che può cambiare a seconda delle circostanze e delle fasi di vita. Innanzitutto bisogna essere consapevoli del fatto che quando le persone affermano di avere un’elevata propensione al rischio in realtà intendono dire che hanno un’elevata propensione al guadagno. È facile essere “coraggiosi” quando i risultati ci danno ragione, le cose si complicano, invece, quando si verificano delle perdite. Per focalizzare la reale propensione al rischio può essere utile ragionare in termini di obiettivi e di risultati e valutare, oltre alla probabilità, anche l’intensità di un evento sui propri investimenti. Bisogna cioè chiedersi non solo quanto guadagnerai se si fa la scelta giusta ma anche quanto si è disposti a perdere.

2) Non agire sull’onda emotiva
E’ sempre meglio dormirci su. Una decisione importante ha una grande nemica: la fretta. È buona norma prendersi del tempo e se proprio non riusciamo a capire quale direzione far prendere al nostro investimento allora può essere utile chiedere e ottenere un parere da una persona di cui ci si fida, meglio se di un consulente finanziario. Il più basso livello di coinvolgimento diretto dell’altro soggetto, è spesso garanzia di obiettività.

3) Definisci una strategia di azione e seguila con disciplina
La strategia è nulla senza disciplina. Individuata una strada, ovvero una strategia, bisogna avere il coraggio di percorrerla consapevoli, però, che la capacità di seguire una direzione anche a dispetto dei risultati negativi di breve o medio periodo, impone una grande forza d’animo e soprattutto una ferrea disciplina. Come diceva Benjamin Graham, il grande economista britannico, uno dei padri del value investing, “le persone non hanno bisogno di straordinaria intuizione e intelligenza. Quello che serve loro è la forza di adottare delle regole e di seguirle”.

4) Diversifica il portafoglio
La diversificazione è una delle tipiche regole per migliorare il profilo del proprio portafoglio ed evitare gran parte degli errori comportamentali. La diversificazione consente di smussare le volatilità delle singole asset class: un portafoglio diversificato consente di prendere ogni anno una posizione intermedia (mai la performance migliore ma mai neppure la peggiore). Investire nell‘attività che ha meglio performato negli ultimi anni – ad esempio – non è una strategia efficace.

5) Ribilancia con disciplina il portafoglio
Il ribilanciamento è la migliore strategia per evitare la tendenza a comprare quello che sta salendo e vendere quello che è in fase ribassista. Nel lungo periodo incrementa in maniera sensibile il rendimento del portafoglio riducendone la volatilità. I benefici del ribilanciamento sono tanto più significativi quanto è maggiore la volatilità delle attività in portafoglio. Gran parte degli investitori non ribilanciano i propri portafogli perché sono bloccati dalla paura e dal rimorso di comprare e vendere al momento sbagliato. Proprio per questo dovrebbe essere effettuato in maniera automatica senza guardare al livello del mercato.

6) Evita lo stock picking
Il singolo titolo può andare a zero e non recuperare più le sue perdite, cosa che non può accadere al mercato. Qualche esempio? Gli anni ‘90 sono stati uno dei periodi più positivi per Wall Street. In quel periodo lo S&P ha messo ha segno una performance annuale del 17% eppure, in quegli anni, su 2.397 società quotate sulla borsa USA, più di 500 hanno registrato una performance negativa.

7) Considera sempre il portafoglio nel suo complesso
In un portafoglio realmente diversificato è normale che alcune componenti registrino una performance negativa. Con tutti gli asset in portafoglio in positivo, invece di essere contenti, dovremmo chiederci il perché. Focalizzandosi sul portafoglio complessivo e non sulle singole asset class, si evita la tentazione di effettuare operazioni “buy high/sell low” che potremmo poi rimpiangere.

8) Usa i tuoi errori per migliorare
Persino George Soros ha rivelato di mantenere un diario in cui annota in tempo reale i ragionamenti sottostanti a ogni decisione di investimento. Confrontando il razionale dell‘investimento con il suo risultato, è possibile valutare se siamo stati fortunati o sfortunati, bravi oppure scarsi. Solo essendo obiettivi con noi stessi e tenendo traccia delle nostre decisioni possiamo imparare dagli errori.

9) Non seguire la moda
Occorre evitare quei filoni di investimento troppo sotto i riflettori e che stanno riscontrando il favore della massa. Evitare di comprare fondi settoriali o tematici se non in un’ottica di diversificazione. La storia anche recente del settore biotech lo dimostra.

10) Tieni segregato il tuo conto per le speculazioni (“mad money”)
Investire o fare trading di breve periodo con scommesse personali piccole o grandi può essere divertente. O pericoloso, a seconda dei punti di vista. E’ consigliabile porre un limite massimo a quanto si può perdere e non derogare mai a questo limite. Non utilizzare mai i propri risparmi per aggiungere soldi a questo conto anche se si è in guadagno.

“Il vero tema sul quale intendiamo sensibilizzare gli investitori è su come sottrarsi alla volatilità dei mercati evitando quegli errori comportamentali spesso frutto di atteggiamenti irrazionali o di sentiment di mercato condivisi e diffusi che però talvolta ci colgono impreparati in caso di crolli repentini”, rimarca Matteo Gorini, sales and marketing manager di Clerical Medical. “Ci sono poi delle tipologie di investimento come i piani di accumulo – conclude Gorini – in un’ottica previdenziale che sono completamente sganciate da questi due fattori e che affrontano gli alti e bassi dei mercati nel lungo periodo evitando il ciclo emozionale”.

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