Russia e Cina creeranno un’agenzia di rating: smania di onnipotenza o iniziativa legittima?
Che l’egemonia delle tre sorelle americane (Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch) sui rating sia destinato a finire? La Russia e la Cina ci stanno provando con la creazione di una propria agenzia di rating, che sia indipendente dai poteri politici. Lo ha annunciato ieri il ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov, durante il suo viaggio in Cina.
“In un primo momento, l’agenzia valuterà i progetti e gli investimenti della cooperazione russo-cinese che coinvolge anche tutta una serie di Paesi asiatici – ha detto Siluanov – In seguito, acquisendo prestigio, potrà mettere a disposizione le sue valutazioni ad altri Paesi e privati investitori che utilizzano i servizi di rating”. Magari allargandosi a tutti i Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), che già da tempo discutono su questa ipotesi. Al momento, non sono stati forniti dettagli su come si svilupperà il progetto, ma alcune fonti vicine alla vicenda sentite dal Financial Times, suggeriscono che potrebbe essere coinvolta l’agenzia di rating cinese Dagong.
“Vogliamo un’agenzia che faccia le sue valutazioni rimanendo fuori dalla politica” ha spiegato Siluanov. Un’affermazione che viene spiegata dal vice primo ministro russo, Igor Shuvalov, così come riportato dal quotidiano britannico: se le sanzioni finora inflitte alla Russia da parte di Stati Uniti e Unione europea hanno colpito solo politici e magnati, ben diverso è stato l’effetto della cosiddetta sanzione “nascosta”, vale a dire la pressione che il governo americano avrebbe fatto sui fondi di investimento e le agenzie di rating connazionali per influenzare a loro volta le azioni di investimento nei confronti della Russia. Come successo ad aprile scorso, quando Standard & Poor’s ha abbassato il giudizio sulla Russia portandolo a BBB-, solamente a un gradino sopra il livello “junk” (spazzatura).
Un piano quello sino-russo che tenta di spezzare il monopolio delle tre agenzie di rating americane e riequilibrare il sistema di giudizio spostandolo almeno un po’ più a Est, dove si trova oggigiorno il cuore della produzione e del consumo mondiale. Ci riusciranno?
Certo che è legittimo, anzi mi domando che fine abbia fatto l’analoga idea da parte della UE.
Alla fine lo status di un’agenzia di rating e la sua crtedibilità sono basati su quanto aderenti alla realtà poi manifestatasi erano le previsioni e i rating che fornisce.
In effetti Goldman Sachs che era ancora “investment grade” il giorno prima del fallimento dovrebbe dare un’idea di quanto siano false le indicazioni delle “3 sorelle” ma finchè non c’è una “quarta o quinta sorella” a fare da contraltare se la caveranno sempre.