ISEE: cos’è, a cosa serve, come funziona e cosa è cambiato

Scritto il alle 14:25 da Redazione Finanza.com

L’ISEE, acronimo di Indicatore Situazione Economica Equivalente, è un documento ufficiale utile a indicare la situazione economica di un determinato nucleo familiare. Da compilarsi annualmente sulla base della somma dei redditi dell’anno procedente, è uno strumento necessario per poter accedere a particolari agevolazioni per prestazioni sociali e/o servizi di pubblica utilità a costi ridotti rispetto a quelli normali. Introdotto nel 1998 per cercare di fare un po’ d’ordine nel complesso status italiano, è stato realizzato partendo dall’I.S.E, ossia l’Indicatore della Situazione Economica, messo in rapporto con la Scala di Equivalenza desunta.

Scopo dell’ISEE è quello di dare una logica alle dichiarazioni patrimoniali, realizzando delle fasce reddituali in modo tale da garantire a chi non avesse possibilità economiche l’accesso ai servizi offerti dalle Pubbliche Amministrazioni a un costo ridotto rispetto a chi, invece, può godere di un patrimonio più elevato e può quindi permettersi di pagare cifre più elevate.

La mera dichiarazione del reddito annuale percepito non è l’unico parametro preso in considerazione dall’ISEE: alla creazione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente concorrono altre voci utili a dare un quadro completo della situazione familiare. Nel complesso, nella dichiarazione ISEE devono essere indicati:

– Redditi;

– Patrimoni mobiliari;

– Patrimoni Immobiliari;

– Situazione familiare e caratteristiche.

Alla base di questo elemento vi è una semplice constatazione: prendendo in considerazione due nuclei familiari diversi che dichiarano lo stesso reddito complessivo, il nucleo composto da due adulti e due bambini avrà sicuramente un indice di ricchezza inferiore rispetto al nucleo che invece conta solo una coppia di adulti. Ecco dunque che con l’aggiunta di questi parametri il legislatore ha cercato di rendere l’ISEE più attinente alla reale forza reddituale.

La produzione dell’ISEE avviene mediante una dichiarazione unica sostitutiva auto-prodotta seguendo le indicazioni dei moduli prestampati, che deve essere consegnata presso:

– l’ente di riferimento per la produzione dei servizi;

– il Comune di residenza;

– un CAF (i Centri di Assistenza Fiscale presenti in tutte le città italiane);

– all’INPS, ma in questo caso non viene accettata la versione cartacea ma solo quella virtuale da inoltrare dal sito istituzionale dell’Istituto.

Ovviamente negli anni questo strumento ha subito innumerevoli modifiche per adattarlo al cambiamento della situazione sociale e per cercare delle soluzioni sempre migliori per renderlo uno strumento efficace in modo tale da stanare anche chi, nonostante non ne abbia diritto, beneficia delle agevolazioni per determinate fasce reddituali.

L’ultima modifica è stata introdotta dall’attuale Governo Letta. L’esecutivo ha introdotto un sistema di controlli incrociati tra le banche dati del fisco e quelle contributive, ha semplificato il modulo di compilazione che fino a poco tempo fa era decisamente complicato e richiedeva conoscenza che tanti italiani non avevano.

E’ stato poi modificato il peso specifico dei parametri che concorrono alla realizzazione dell’ISEE, aumentando quello dei patrimoni in possesso del dichiarante o degli appartenenti al suo nucleo familiare.

E’ stato inoltre deciso di modificare anche l’incidenza delle caratteristiche familiari, dando maggiori agevolazioni alle famiglie che hanno nel loro nucleo persone con forme di disabilità, con diversa incidenza rispetto al grado di disabilità registrato, e alle famiglie numerose, quindi con molti figli a carico.Tutto questo dovrebbe servire a creare uno Stato più equo, che sa andare incontro alle necessità dei cittadini in difficoltà.

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