Natale 2013? Molto dimesso per 7 italiani su 10. Situazione resta incerta ma le famiglie non rinunciano al rito dei regali
Per sette italiani su dieci il Natale 2013 sarà “molto dimesso”, ma il rito del regalo resiste nonostante tutto. E’ quanto emerge dall’indagine Confcommercio sul peso delle tasse sui consumi, l’ammontare delle tredicesime e la propensione alla spesa per le festività natalizie.
Entrando nel dettaglio dell’analisi sui consumi di Natale, il responsabile dell’ufficio studi di confcommercio, Mariano Bella, ha evidenziato che “il 69,3% degli italiani prevede un Natale 2013 molto dimesso. Si tratta di una percentuale che è all’incirca il doppio di quella registrata nel 2009 (33,7%)”. Tuttavia, l’85,8% degli italiani non rinuncerà al rito del regalo. Inoltre, per le prossime festività, Confcommercio stima che senza la seconda rata dell’Imu gli italiani avranno a disposizione 18 euro in più rispetto al 2012, considerando la tredicesima netta di dipendenti e pensionati. “Con l’ipotesi che tutto vada bene – ha osservato Bella – se cioè la seconda rata Imu non sarà pagata nel 2013, ci saranno risorse leggermente superiori. Questo incremento riguarda tuttavia le 22 milioni di famiglie che avranno a disposizione la tredicesima, mentre crescono le famiglie con disoccupati”.
Propensione a fare gli acquisti per i regali di Natale
Secondo i risultati di un’indagine di Confcommercio, in collaborazione con Format Ricerche, in un contesto che rimane fortemente incerto non stupisce che in vista delle prossime festività natalizie aumenti la percentuale degli italiani che dichiarano di “non” essere intenzionati a fare acquisti per i regali di Natale: erano il 13,7% nel mese di novembre del 2012, sono oggi il 14,2% coloro che non sono intenzionati a fare gli acquisti per i regali in vista del Natale 2013. La quasi totalità delle famiglie (l’85,8%) restano comunque intenzionate ad effettuare i regali (erano l’86,3% l’anno scorso). Le difficoltà aumentano soprattutto tra consumatori più giovani (quelli con meno di 34 anni), quelli che risiedono nelle grandi aree metropolitane di Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli, Bari, e infine tra quelli che risiedono nelle regioni del Nord-Est dal Friuli Venezia Giulia al Veneto, una volta vero e proprio locomotore dello sviluppo del paese, oggi alle prese con una crisi che da economica si sta velocemente trasformando in crisi sociale.
Nonostante la crisi non cambia però l’idea che gli italiani hanno del Natale
La contrazione che si annuncia ancora una volta, “ancora per quest’anno”, per gli acquisti per i regali di Natale, è l’effetto di ragioni diverse: la diminuita capacità di spesa degli italiani, la minore propensione ad effettuare acquisti in un periodo di crisi (calo della fiducia), ma non è l’effetto di un cambiamento del sentiment dei consumatori verso il Natale in sé, verso ciò che le festività rappresentano e festeggiano, verso la tradizione del regalo. Considerazione questa che forse rende ancora più amaro il senso della rinuncia che caratterizza il comportamento degli italiani. La percentuale dei consumatori che considera gli acquisti natalizi una “spesa necessaria e piacevole” resta in sostanza invariata rispetto al 2012, anzi è anche leggermene in aumento, essendo pari al 51,7% (2013) contro il precedente 49,0% che venne rilevato da Confcommercio nel 2012. A pensarla diversamente continua ad essere poco meno di un italiano ogni due, così come del resto era stato rilevato lo scorso anno e negli anni precedenti: il 30% circa dei consumatori ritiene gli acquisti per i regali di Natale una spesa “necessaria”, ma della quale farebbe volentieri a meno; il 17% circa ritiene gli acquisti per i regali di Natale una spesa del tutto inutile ma che comunque è costretto ad affrontare, ovvero: se gli fosse possibile probabilmente costoro non farebbero gli acquisti per i regali di Natale indipendentemente dal fatto che ci sia la crisi o meno.