La proposta della Russia per la Siria e i dati dalla Cina spingono i mercati europei
Apertura positiva per l’Europa, spinta dalla proposta russa al governo siriano di sottoporre i suoi arsenali chimici al controllo internazionale e dai dati positivi giunti, ancora una volta, dalla Cina.
Gli investitori europei che speravano in un buon avvio di ottava ieri, sostenuto dai positivi dati dalla Cina, sono rimasti delusi. I mercati del Vecchio continente hanno lottato per rimanere a galla per la maggior parte della seduta, appesantiti dall’incertezza sui possibili sviluppi in Siria e sulle prossime mosse della Federal Reserve.
Wall Street non ha avuto simili incertezze mettendo a segno una delle migliori sedute nelle ultime settimane, nonostante gli ultimi dati deludenti dal mercato del lavoro. Si potrebbe argomentare che il rimbalzo della Borsa americana sia stato guidato dalla proposta al regime di Damasco di mettere sotto controllo internazionale i suoi arsenali di armi chimiche e, di conseguenza, distruggerli. L’offerta russa ha il potenziale di disinnescare la crisi e dare a Siria e Stati Uniti un’occasione per svincolarsi dalla situazione presentando si in qualche modo entrambi come vincitori, almeno in parte.
I dati cinesi di stamane hanno dato seguito alle comunicazioni positive giunte a cavallo del fine settimana. La produzione industriale cinese ad agosto è cresciuta al 10,4% dal 9,7% di luglio. In leggero miglioramento sono risultate anche le vendite al dettaglio, al 13,4%. Il tutto rinforza l’ipotesi che le recenti preoccupazioni sull’economia della Cina siano state esasperate.
I mercati europei hanno così aperto le contrattazioni al rialzo in una giornata priva di appuntamenti macro di rilievo. Solo in Italia verrà reso noto il Pil del secondo trimestre che dovrebbe confermare la necessità urgente di riforme per il Paese.
Sempre in Italia la Giunta per le elezioni del Senato è riunita per decidere se espellere Silvio Berlusconi dal Parlamento, il che potrebbe causare una caduta del governo guidato da Enrico Letta. I sostenitori del leader del PdL hanno minacciato di far cadere l’esecutivo se l’ex-primo ministro condannato per frode fiscale venisse allontanato dal Parlamento.
Michael Hewson, Senior market analyst CMC Markets UK
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