Rinvio Tares a dicembre. Quali altri balzelli ci attendono nei prossimi mesi?

Scritto il alle 10:34 da Redazione Finanza.com

E’ stato uno degli spauracchi degli ultimi mesi, ma in un momento di crisi economica profonda, gli italiani possono almeno tirare un sospiro di sollievo. E’ stata infatti rinviata al prossimo mese di dicembre l’entrata in vigore della nuova tassa sui rifiuti e servizi, meglio conosciuta come Tares, che prometteva di pesare sulle tasche dei cittadini anche più della chiacchieratissima Imu.

La Tares, infatti, che va a sostituire la Tarsu, quella che era la vecchia tassa sui rifiuti, mediamente arriverà a costare il 35% in più rispetto alla precedente versione dell’imposta. Un incremento che andrà poi a colpire ancor più pesantemente sia i proprietari di esercizi commerciali che gli abitanti di case private. La metratura e il numero delle persone all’interno di ogni locale stabiliranno l’ammontare della cifra da pagare, ed anche l’uso dello stesso: per intenderci, un ristorante dovrà pagare più di una libreria.

La tregua è comunque solo momentanea, anzi alla fine dell’anno si aggiungerà all’ultima rata dell’Imu e a tutta una serie di nuove tasse che si stanno per affacciare all’orizzonte. D’altronde le ultime stime parlano di una pressione fiscale ormai arrivata al livello record del 52% e le previsioni per i prossimi mesi non sono di certo ottimistiche. All’orizzonte c’è ad esempio l’imminente aumento di un punto percentuale dell’Iva, con un incremento generalizzato dei costi delle merci che i commercianti ammortizzeranno proprio sul prezzo dei prodotti, ma che andrà inevitabilmente a scaricarsi sulle spalle dei consumatori.

Anche se un nuovo Governo non è ancora entrato in carica, comunque, le istituzioni si stanno pur rendendo conto del fatto che non si può scaricare interamente sulle spalle dei cittadini, a colpi di nuove tasse e di continui aumenti, il peso sempre crescente del debito della pubblica amministrazione. Si sta allora cercando di mettere un freno a determinate situazioni, anche se non è semplice e ad esempio va sottolineato come parte degli aumenti previsti dalla Tares saranno comunque inglobati dalla Tarsu da pagare a maggio e a settembre, in attesa della stangata di dicembre.

Piccole buone notizie arrivano invece almeno sul fronte dell’Irpef, che non subirà il paventato aumento. Ci sono quaranta miliardi di euro da reperire in fretta da parte dello Stato per far fronte al debito pubblico, ma non arriveranno dall’aumento dell’addizionale Irpef regionale, visto che anzi si sta cercando un modo per sgravare le imprese da un peso fiscale che sta iniziando a diventare insostenibile, soprattutto alla luce dei crediti vantati dalle aziende nei confronti delle istituzioni statali e locali non ancora sbloccati. L’aumento dell’Irpef avrebbe peraltro scaricato gran parte della responsabilità di una nuova stretta della morsa fiscale sulle imprese sugli amministratori locali, che invece da tempo a gran voce chiedono un alleggerimento delle imposte per far ripartire l’economia.

Il rinvio di questa serie di decisioni non fa comunque dormire sonni tranquilli agli italiani, visto che come detto il prossimo Governo, o comunque il parlamento in caso di entrata in azione ancora differita del nuovo esecutivo, dovrà necessariamente reperire nuove risorse: facendolo attraverso l’introduzione di nuove tasse, però, potrebbe infliggere un colpo fatale al già provato tessuto economico e sociale del Paese.

2 commenti Commenta
baronebirra
Scritto il 8 Aprile 2013 at 12:20

Segnalo un refuso: “Ci sono quaranta milioni di euro da reperire in fretta da parte dello Stato per far fronte al debito pubblico, …”

Miliardi, non milioni.

Redazione Finanza.com
Scritto il 9 Aprile 2013 at 14:53

Grazie per la segnalazione. Ovviamente si intendono miliardi…
Refuso corretto

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