Tobin Tax: dopo un mese dall’introduzione crollano gli scambi. Una tassa inutile

Scritto il alle 14:06 da Redazione Finanza.com

Entre in vigore la Tobin Tax e crollano gli scambi a Piazza Affari. Ecco la cronaca di un disastro annunciato. Ad un mese dall’entrata in vigore della tanto contestata tassa sulle transazioni finanziarie, meglio nota come Tobin Tax, si tirano le prime somme degli effetti prodotti. E i risultati sono tutt’altro che positivi. Monta la protesta degli operatori che promettono battaglia.

Cerchiamo di capire insieme il perchè di tali effetti.

CHE COS’E’ LA TOBIN TAX
La Tobin Tax è la tassa sulle transazioni finanziarie che è entrata in vigore dal primo marzo 2013. In effetti si tratta in tutto e per tutto di un prelievo fiscale che, per quanto concerne la compravendita di azioni, riguarda esclusivamente le capitalizzazione di importo pari o superiore al mezzo miliardo di euro.

Ci sono alcuni titoli esclusi da questa tassa, titoli inseriti in un apposito elenco costituito, al momento, da 219 azioni e consultabile sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Inoltre, sono esclusi tutte le compravendite che vengono aperte e chiuse nel medesimo giorno (intraday).

L’aliquota da applicare per il 2013 è dello 0,12% per quanto riguarda le compravendite effettuate sui mercati regolamentati mentre per quelli definiti over the counter è dello 0,22%.

A partire dal primo luglio 2013 la Tobin Tax verrà applicata anche ai derivati mentre continueranno a restare esclusi da questa tassa sia le obbligazioni che i titoli di Stato.

QUALI SONO I SUOI EFFETTI
A circa un mese dalla sua comparsa, secondo i dati della banca d’affari statunitense Morgan Stanley, il volume di affari del mercato azionario è calato di circa un terzo rispetto alla media del periodo (meno 32%). A rendere più interessanti le ricerche di Morgan Stanley c’è anche il fatto che esse comprendono tutte le sedi di negoziazioni, includendo anche le dark pool e quelli che vengono comunemente definiti scambi over the counter.

Altro fenomeno rilevante è l’aumento degli scambi e la concentrazione sui mercati regolamentati. Un esempio su tutti?  Borsa Italiana, che prima totalizzava il 72% degli scambi, ora ha raggiunto un impressionante quasi 92% (per la precisione, 91,6%). Gli esperti temono che questo fenomeno potrebbe avere ripercussioni negative sul gettito in quanto si presume che secondo le stime del Governo circa il 70% delle entrate provenienti dalla Tobin Tax dovrebbero arrivare proprio dai mercati non regolamentati.

Ultima curiosità: sembra che dalle stime sia stato evidenziato come le flessioni più importanti dei flussi di scambio di verifichino nelle ore del mattino, in particolare nelle prime due ore di scambi. Questo fenomeno può essere spiegato con la motivazione che proprio in quelle ore si verifica solitamente un allargamento del bid/ask spread con una conseguente diminuzione del controvalore medio per ogni singola azione.

QUALI LE CONSEGUENZE PER IL FUTURO?
Purtroppo le previsioni per l’immediato futuro sembrano essere nere. Se, infatti, i dati calcolati dalla ricerca di Morgan Stanley prendono in considerazione gli scambi effettuati dall’1 al 15 marzo, i dati successivi non inseriti nella ricerca (dunque quelli che vanno dal 16 al 30 Marzo) ci parlano di un calo di circa il 36%, ben al di sopra di quello che ci si potrebbe attendere anche in un periodo di crisi economica e finanziaria come quella che stiamo vivendo.

1 commento Commenta
tesiag
Scritto il 7 Aprile 2013 at 14:34

Una richiesta di chiarimento: a cosa ci si riferisce quando si parla della borsa italiana che prima totalizzava il 72% degli scambi ? Percentuale rispetto a cosa?

Poi immagino che il volume di affari sia il controvalore totale degli scambi… Per cui assistiamo su borsa italiana (MTA?) un aumento degli scambi ma una diminuzione del controvalore totale. Ho capito male?

Grazie dei chiarimenti. Tesiag

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