SPECIALE MANOVRA: Oggi sbarca in Senato, tante le misure ancora in dubbio

Scritto il alle 11:55 da Redazione Finanza.com

Inizia oggi l’iter al Senato della manovra di Ferragosto. Le commissioni Bilancio e Affari costituzionali cominceranno ad esaminare il decreto aggiuntivo da 45 miliardi di euro, varato dal Governo lo scorso 12 agosto, per raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013 come imposto dall’Unione Europea e dalla Bce. Il premier Berlusconi aveva fissato i paletti: la manovra sarà di 20 miliardi nel 2012 e 25 miliardi nel 2013. Ma sulle misure che permetteranno al Governo di rispettare i vincoli di bilancio comunitari regna ancora l’incertezza, alimentata dalle diverse voci che compongono la maggioranza.

Poche le certezze: tagli ai costi della politica e tassazione delle rendite

L’impostazione base prevede tagli ai ministeri per 8,5 miliardi di euro (6 miliardi nel 2012 e 2,5 miliardi nel 2013) e una maxi riduzione dei trasferimenti agli enti locali, ovvero circa 10 miliardi i due anni (6 miliardi nel 2012 e oltre 3,5 miliardi nel 2013). Nel decreto rientra anche il taglio delle Province sotto i 300 mila abitanti e l’accorpamento dei piccoli Comuni sotto i mille abitanti. La reazione dei rappresentanti degli enti locali è stata dura e bipartisan e per il 29 agosto l’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) ha già indetto una manifestazione di protesta contro i provvedimenti previsti dalla manovra.

Tra le misure che non dovrebbero essere ritoccate figura l’allineamento al 20% sulla tassazione delle rendite finanziarie (esclusi i Buoni del Tesoro) che a regime porterà nelle casse dello Stato circa 1,9 miliardi di euro l’anno. A guadagnarci sarebbero i possessori di buoni postali e di depositi in conto corrente (tassa attuale al 27,5%). Confermato anche l’aumento delle accise sul tabacco e gli interventi sui giochi, da cui arriveranno 4,5 miliardi di euro. Dovrebbe passare senza grossi problemi anche l’abbassamento a 2.500 euro per l’obbligo della tracciabilità dei pagamenti.

Per quanto riguarda i dipendenti statali, saranno circa 19 mila quelli che, scegliendo il pensionamento anticipato nel 2012, dovranno aspettare due anni per mettere le mani sulla propria liquidazione. Una mossa che porterà circa 2,52 miliardi di euro nel biennio 2012-2013.

Il borsino delle misure ancora in forse: sale l’aumento dell’Iva, scende il contributo di solidarietà

Da qui in poi ogni provvedimento deciso dal Governo è al centro di ripensamenti e potrebbe subire modifiche nel corso della discussione parlamentare. Resta in forte dubbio il contributo di solidarietà che, secondo le ultime indiscrezioni, potrebbe essere sostituito dall’aumento dell’Iva, una mossa inizialmente osteggiata da Tremonti. Ma andiamo con ordine. Nel decreto è presente un contributo di solidarietà (3,8 miliardi gli effetti calcolati nel prossimo triennio) a carico delle fasce di reddito medio-alte. Per quanto riguarda i dipendenti privati, stando al testo del decreto, scatterebbe quindi un prelievo del 5% sugli stipendi sopra i 90 mila euro e del 10% per la parte eccedente i 150 mila euro (come applicato dalla manovra 2010 per i dipendenti pubblici).

Nelle ultime ore ha preso però piede l’idea di una sostituzione del prelievo di solidarietà con l’aumento dell’Iva. Nei giorni scorsi erano già circolati i primi calcoli: in sostanza un solo punto in più dell’Iva potrebbe portare un tesoretto di circa 8-9 miliardi di euro. Le indiscrezioni parlavano di un aumento che andava a toccare l’Iva “ridotta” (attualmente al 10%) e quella “ordinaria” (al 20%), mentre non avrebbe dovuto subire rincari l’aliquota minima del 4%, ovvero quella applicata sugli alimentari e sulle abitazioni prima casa. 

Il capitolo pensioni è quello più confuso e sta creando le divisioni più nette tra la Lega Nord e il Pdl. Il Carroccio ha ribadito la sua contrarietà ad agire sulle pensioni, definendole “non suscettibili di modifica”. Nei giorni scorsi, circolavano le ipotesi di una stretta sulle pensioni di anzianità e sull’innalzamento dell’età pensionabile delle donne nel settore privato. Ma con il niet della Lega, il capitolo pensioni resta per il momento in standby.

Un altro provvedimento che potrebbe essere modificato è l’incremento della cosiddetta “Robin Hood tax” sul comparto energetico (dal 6,5% al 10,5%) che, secondo i calcoli del Governo, garantirà nei prossimi tre anni circa 3,6 miliardi di euro. Ieri, però, l’Ad di Enel, Fulvio Conti, ha dichiarato che ci sono spazi per modificare la Robin Tax (introdotta anche sulle società regolate). La tassa, secondo il top manager, potrebbe colpire non solo gli investimenti ma anche i dividendi da pagare al ministero del Tesoro.

E’ durata invece solo un giorno l’ipotesi di introdurre uno “scudo bis” all’interno della manovra da 45 miliardi di euro. Indiscrezioni di stampa parlavano della possibilità che il Governo lanciasse un nuovo condono per rimpatriare i capitali tassandoli al 7-8%. Lo scudo fiscale del 2009 prevedeva un’aliquota del 5%. Due i ministri che hanno bocciato l’idea. Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione, ha definito lo scudo bis come un “caso di realtà virtuale”. Più netto Paolo Romani, ministro per lo Sviluppo Economico: “la misura non è allo studio del Governo”.

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