Procedura di infrazione: cos’è, le varie tappe, tempi e possibili sanzioni

Scritto il alle 17:14 da Redazione Finanza.com

Spauracchio procedura di infrazione per l’Italia. L’UE ha dato tre settimane di tempo al governo per cambiare la manovra bocciando, per la prima volta nella storia della zona euro, il bilancio 2019. Una  “deviazione senza precedenti” è quella che la Commissione europea ha ravvisato nella manovra del governo giallo-verde rispetto ai parametri del Patto di Stabilità e Crescita e da qui il rigetto del documento programmatico di bilancio dell’Italia e la richiesta di una nuova versione entro tre settimane, il 13 novembre quindi.

Procedura di infrazione: riferimento normativo e le fasi in cui si articola

Dal canto suo l’esecutivo targato Lega-Cinque Stelle ha già fatto sapere che non ha alcuna intenzione di cambiare il testo della manovra. Cosa succederà? Se l’Italia non si adeguerà ai dettami della Commissione, l’esecutivo comunitario potrebbe scegliere la strada dell’apertura di una procedura per deficit eccessivo per violazione della regola del debito. Il riferimento normativo della procedura per i disavanzi eccessivi (Pde) si trova all’articolo 126 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea secondo cui i paesi dell’Ue devono dimostrare una solida finanza pubblica e soddisfare due criteri: da una parte il loro disavanzo di bilancio non deve superare il 3% del prodotto interno lordo (Pil) e dall’altra il debito pubblico (debito del governo e degli enti pubblici) non deve superare il 60% del Pil. Nello specifico la procedura di infrazione in linea generale si articola in varie fasi come segue:

  • Commissione invia una lettera di costituzione in mora con cui richiede ulteriori informazioni al paese in questione, che dovrà inviare una risposta dettagliata entro un termine preciso, in genere due mesi
  • Se la Commissione giunge alla conclusione che il paese è venuto meno ai propri obblighi a norma del diritto dell’UE, può inviare un parere motivato, vale a dire una richiesta formale di conformarsi al diritto dell’Unione in cui spiega perché ritiene che il paese violi il diritto dell’UE. La Commissione chiede inoltre al paese interessato di comunicarle le misure adottate entro un termine preciso, in genere due mesi.
  • Se il paese continua a non conformarsi alla legislazione, la Commissione può decidere di deferirlo alla Corte di giustizia. La maggior parte dei casi viene risolta prima di essere sottoposta alla Corte.
  • Se un paese dell’UE non comunica le misure che attuano le disposizioni di una direttiva in tempo utile, la Commissione può chiedere alla Corte di imporre sanzioni.
  • Se la Corte ritiene che il paese in questione abbia violato il diritto dell’Unione, le autorità nazionali devono adottare misure per conformarsi alle disposizioni della sentenza della Corte.

Quando un paese viene deferito alla Corte di giustizia per la seconda volta, la Commissione propone che la Corte imponga sanzioni pecuniarie, che possono consistere in una somma forfettaria e/o in pagamenti giornalieri.

Il trattamento sanzionatorio

Le sanzioni, in particolare come si legge sul sito della Commissione, sono calcolate tenendo conto di vari elementi:

  • l’importanza delle norme violate e gli effetti della violazione sugli interessi generali e particolari
  • il periodo in cui il diritto dell’Unione non è stato applicato
  • la capacità del paese di pagare, con l’intento di assicurare che le sanzioni abbiano un effetto deterrente.

Quando potrebbe partire idealmente la procedura di infrazione nei confronti del nostro paese? A dicembre, o più tardi a febbraio. A quel punto Bruxelles avanzerà la richiesta di versare in un deposito infruttifero presso l’Unione una cifra che potrebbe essere pari allo 0,2% del Pil, circa 3,6 miliardi.

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