Dieselgate: capitolo chiuso? Macché! Ecco gli strascichi dopo l’intervento in officina (inchiesta)
Maggiore consumo di carburante, anomalie e perdita di potenza al motore. Sarebbero queste le più frequenti anomalie riscontrate da quasi metà degli oltre 10mila automobilisti europei che finora hanno portato le proprie auto in officina per rimuovere il software illecito di Volkswagen. Un risultato, emerso da una indagine a livello europeo, che dimostra come il Dieselgate stia lasciando dietro di sé una scia di nuove problematiche a danno dei consumatori, oltretutto non ancora risarciti (almeno in Italia) dopo lo scandalo scoppiato nel 2015. Ecco cosa ha rilevato l’inchiesta condotta da Altroconsumo e dalle organizzazioni indipendenti Test-Achats, Ocu, DecoProteste in quattro Paesi (oltre all’Italia, Spagna, Belgio e Portogallo).
A livello europeo il 45% ha dichiarato di aver notato cambiamenti a seguito della rimozione del “defeat device”. Nella classifica delle marche di auto che hanno presentato le differenze più importanti dopo gli interventi c’è al primo posto Seat, seguita da Skoda, Volkswagen e Audi. Il 55% degli automobilisti europei, di cui in maggioranza proprietari di un’auto Seat, ha risposto di aver notato un incremento di consumi del carburante. Il 52%, invece, ha affermato di aver notato una perdita di potenza del motore. Non sono mancati anche altri cambiamenti che gli automobilisti intervistati hanno fatto presente durante l’indagine. È significativo che il 37% di loro abbia notato una maggiore rumorosità del motore, mentre il 17% ha detto di aver riscontrato problemi di tipo meccanico. Per la maggior parte degli automobilisti, inoltre, i cambiamenti sono apparsi meno di un mese dopo aver fatto l’aggiornamento del software.
Non solo. Il 12% del campione ha dichiarato che è stato necessario provvedere ad alcune riparazioni dell’auto dopo la rimozione del software difettato. Non sempre le case automobilistiche avrebbero dimostrato un atteggiamento conciliante davanti ai problemi sorti dopo il primo intervento sul software: sempre secondo l’indagine, in Italia, nonostante il 25% abbia raccontato che la casa automobilistica ha riconosciuto il problema come effettivamente legato all’aggiornamento del software, solo l’11% ha dichiarato di aver ricevuto la proposta di un rimborso totale per questo tipo di riparazioni.
A oggi sono due le class action contro Volkswagen ammesse dai giudici in Europa: quella di Altroconsumo in Italia e quella di Test-Achats in Belgio. Per l’Italia coinvolti i consumatori che hanno acquistato dal 2009 al 2015 un’auto Volkswagen, Audi, Seat e Skoda con motore EA189 Euro 5. Il risarcimento chiesto è del 15% del prezzo d’acquisto dell’auto.