Tre motivi per essere molto cauti su Piazza Affari
Archiviato uno scoppiettante primo trimestre all’insegna dei rialzi per le Borse, è il caso di interrogarsi sulla sostenibilità dell’attuale trend positivo anche nei prossimi trimestri. In particolare Piazza Affari, dall’elezione di Trump (4 novembre) a oggi risulta la migliore tra le principali Borse mondiali con un roboante +24% circa, facendo ampiamente meglio del teutonico DAX e dei vari indici di Wall Street.
Dopo un trimestre avanti tutta…
Risulta invece nella media la performance di Piazza Affari nei primi 3 mesi dell’anno: lo S&P 500 vanta un +5,5%, il Dax +7,61% e il Ftse Mib “solo” +6,56%. L’azionario italiano non vive solo di Ftse Mib e per chi ha virato sulle mid cap il primo trimestre ha riservato uno scoppiettante +20% (Ftse Italia Mid Cap) grazie all’effetto traino dell’entrata in vigore dei PIR.
… adesso serve cautela
A fare bene in questo trimestre è stato l’intero azionario globale, con l‘MSCI World che ha riportato il trimestre di inizio anno migliore dal 2012. Le quotazioni ora appaiono però a livelli abbastanza tirati e a questo vanno aggiungi i potenziali rischi all’orizzonte. In tal senso la view mensile di Equita Sim, che predica cautela sull’azionario, segnala tre elementi che dovrebbero invitare a diminuire l’esposizione sull’azionario:
1. Rischi da tapering ed elezioni Italia. Anche ammettendo che le elezioni francesi, come ampiamente scontato, finiscano con la sconfitta del Front National di Marine Le Pen nei prossimi dodici mesi il tapering della BCE e le elezioni politiche in Italia comporteranno inevitabilmente un allargamento dello spread BTP-Bund ed un rialzo dei tassi che penalizzeranno secondo noi i multipli del mercato azionario.
2. Multipli molto elevati. La percentuale di titoli che trattano ad uno sconto interessante rispetto alla nostra valutazione fondamentale è ai minimi storici. Solo per fare un paragone nel 2000 i multipli di mercato erano alti a causa delle valutazioni folli del settore tecnologico mentre la old economy trattava a multipli molto ragionevoli. Oggi tutti i titoli sono inflazionati, comprese le small caps che scambiano ad un EV/EBITDA doppio rispetto a quello del 2000.
3. Rallentamento economia Stati Uniti. L’economia americana farà da freno alla crescita mondiale a causa del peggioramento della situazione finanziaria delle famiglie (evidenziata dal marcato rallentamento del fatturato dei ristoranti, delle vendite retail, del gettito delle imposte dirette e delle immatricolazioni auto) e della chiara volontà della nuova amministrazione Trump di ridurre il deficit commerciale (vedi il comunicato post G20) anche attraverso il cambio del dollaro.