Versamenti pensionistici volontari: come fare, quando, a cosa servono
CHE COSA SONO I VERSAMENTI VOLONTARI
I versamenti volontari vengono effettuati per implementare i propri contributi ed aumentare, così, l’assegno mensile di pensione oppure arrivare alla quota minima per poter accedere alla pensione stessa o per accelerare il processo che porta alla pensione.
I versamenti volontari dei contributi Inps, dunque, sono utili soprattutto nel caso in cui ci si trova in una delle seguenti situazioni:
– la persona ha un contratto part time e vuole integrare i propri contributi
– la persona non svolge alcun tipo di attività lavorativa, nè subordinata nè parasubordinata
– la persona si trova in un periodi di aspettativa non retribuita, ad esempio per motivo familiari o di studio, e non vuole interruzioni nei versamenti contributivi
CHI PUO’ EFFETTUARE I VERSAMENTI VOLONTARI E QUANDO VANNO VERSATI
Per poter effettuare il versamento volontario occorre che il lavoratore sia in possesso di specifici requisiti che sono:
– cinque anni di contributi minimi, indipendentemente dall’anno di versamento
– tre anni di contributi versati negli ultimi cinque anni di attività
COME EFFETTUARE I VERSAMENTI VOLONTARI
Per poter effettuare il versamento dei contributi, è necessario ricevere l’autorizzazione da parte dell’Inps. La domanda può essere effettuata attraverso il sito stesso dell’istituto previdenziale (www.inps.it) oppure attraverso il contact center o, infine, attraverso un Caf o un Patronato. La domanda può essere presentata esclusivamente on line.
In genere, l’autorizzazione viene concessa a partire dal primo sabato successivo alla presentazione della domanda, se si tratta di un lavoratore dipendente, oppure dal primo giorno del mese se invece il richiedente è un artigiano o un commerciante.
I versamenti possono essere pagati alla Posta attraverso un bollettino Mav oppure con carta di credito sul sito dell’Inps o, infine, sempre con carta di credito attraverso il call center contattando il numero verde 803164.
La quantificazione dell’importo del contributo volontario da versare dipende da una serie di fattori. Ad esempio, per tutti i lavoratori dipendenti il calcolo viene effettuato sulla base delle ultime 52 settimane lavorate mentre per quelli autonomi, invece, viene fatto sulla base della media del reddito degli ultimi 36 mesi. Infine, per gli agricoltori il calcolo prende in considerazione le settimane lavorate negli ultimi tre anni.
I contributi volontari devono essere sempre versati entro il trimestre successivo rispetto a quello in oggetto mentre per gli arretrati il versamento deve essere fatto al massimo nel trimestre successivo a quello nel quale la domanda è stata accettata.