Pausa Pranzo: dopo le ferie nessun aumento dei prezzi
Al rientro dalle ferie, ripresa l’attività lavorativa, sono molti i cittadini che devono fare i conti con i costi della pausa pranzo.
A causa dei costi, ma anche a causa purtroppo della forte riduzione di occupati, alcune aziende hanno chiuso le mense: quella della pausa pranzo, quindi, è una questione sempre più sentita. Anche perché, di anno in anno, si fanno sempre più salati i prezzi delle pietanze servite presso i punti di ristoro, le mense ed i self service.
L’aggiornamento delle rilevazioni dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha registrato aumenti medi del +0,6% rispetto al 2014.
Un pasto tipo, composto da: acqua, piatto di pasta, dessert e caffè consumato in una tavola calda/self service può arrivare a costare 13,50 € al giorno, per un totale di 297,00 € al mese, ben il 144% in più rispetto al 2001.
Alla luce di questi rincari, in tempo di crisi, sono sempre di più i cittadini che rinunciano alla “pausa pranzo” nei punti self service/bar/mense e preferiscono portarsi il pranzo da casa. Una scelta sicuramente meno comoda, ma che permette un notevole risparmio: lo stesso pasto tipo, infatti, preparato a casa costa circa 3,40 Euro, cioè il 75% in meno rispetto a quello acquistato.
Alla luce di tali costi si evidenzia un cambiamento di abitudini: oltre un lavoratore su 3 si porta il pasto da casa.
Ecco così che fioccano i prodotti per scaldare, contenere e confezionare i propri pasti.
Dall’altro lato gli esercenti non si danno per vinti e per contrastare tale tendenza si affidano alla fantasia: dalle ricette più fantasiose, ai punti ristoro biologici, alla riscoperta dei panini più tradizionali, al fioccare di offerte e tessere fedeltà.
Ecco nel dettaglio i costi rilevati dall’O.N.F.:
– sia relativamente ai prodotti distribuiti presso ber/mense/self service,
– sia la nuova ricerca che monitora i prezzi dei prodotti relativi alla pausa pranzo fai da te.