Rapporto Obi: aumenta ottimismo aziende italiane, calo investimenti

Scritto il alle 07:11 da Redazione Finanza.com

Rapporto Obi “Imprese e Competitività 2015”. In calo fatturato (-2,6%) e occupazione aziendale (-1%). Imprese più ottimiste, ma con minore propensione ad investire. Nel documento dell’Osservatorio, i mali dell’Italia, tra gap delle imprese del Sud e scarsa innovazione

La situazione economica nazionale ha ancora il carattere dell’incertezza. Le previsioni del fatturato per il 2015 sono ancora negative (-2,6%), così come quelle per l’occupazione aziendale (-1%).
E’ quanto emerge dai rapporto “Impresa e Competitività 2015”, dell’Obi, l’Osservatorio regionale banche-imprese di economia e finanza, la cui anteprima è stata presentata oggi.
Per l’83% del campione intervistato, rappresentato da imprese italiane operanti nei settori manifatturiero, ICT, delle costruzioni e del turismo, la situazione finanziaria italiana dovrebbe migliorare o quantomeno stabilizzarsi, mentre la propensione ad investire scenderà rispetto ai già modesti livelli del 2014.

Secondo l’Obi, i nodi strutturali del rilancio competitivo del sistema produttivo rimangono quelli di sempre: il credito bancario insufficiente, la capacità di investire in innovazione, la capacità di accedere ai mercati esteri e un persistente gap a carico delle imprese meridionali.
Il rapporto sottolinea inoltre che il consolidamento della ripresa dipende da decisioni che non sono, se non in parte, nelle mani del governo, essendo correlato “ad una più generale ripresa dell’area euro, alla soluzione definitiva del caso Grecia” e a “una inversione di tendenza della domanda interna della Germania”.

Cruciali per la ripresa economica in Italia sono una nuova programmazione di fondi europei per il ciclo 2014-2010. “Fondi – auspica l’Osservatorio – da gestire con strumenti e modalità più efficienti rispetto al passato. Concentrando le risorse verso progetti multiregionali con ricaduta ripartizionale e con un approccio allo sviluppo locale basato sulla partecipazione, l’utilizzo plurifondo delle risorse, la progettazione integrata attorno ad idee-forza estraibili dalle forze locali coerenti con le accurate analisi territoriali”.
Tra i numerosi altri problemi individuati dall’Obi, la difficoltà in Italia nel fare innovazione.

“Il debole trend di crescita italiano è dovuto alla persistente debolezza della crescita produttiva frenata dall’assenza d’innovazione e al contesto ambientale sfavorevole alle imprese e al capitale umano sotto utilizzato – si legge nel rapporto -. Le soluzioni possono essere ottenute attraverso la promozione di un ambiente favorevole all’innovazione delle imprese. Occorre procedere con un approccio sistemico, che passi per un cambiamento della politica industriale, che rivaluti il ruolo dei campioni pubblici nazionali nei settori strategici, tornando ad avere una nuova IRI focalizzata sui settori di maggiore prospettiva per l’innovazione, alla quale affiancare una politica per le imprese ed un approccio di natura evolutiva alle politiche per l’innovazione L’approccio evolutivo i promuove una dimensione sistemica dell’innovazione utilizzando come strumenti i distretti tecnologici, e i poli di innovazione”.

“Persiste da molti anni nel Sud – sottolinea il direttore generale dell’Obi, Antonio Corvino – l’assenza di programmi e progetti strategici in grado di dare una visione ampia, solida e duratura delle prospettive di sviluppo dell’Italia intera ed in particolare del Mezzogiorno. Si naviga a vista, sul fronte della burocrazia e della semplificazione, e su quello dei provvedimenti incisivi sul piano fiscale, ma soprattutto manca una visione sul futuro di questo Paese e sul Mezzogiorno in particolare”.
In questa prospettiva, l’Obi, in collaborazione anche con importanti soggetti, tra cui la Fondazione Mezzogiorno Sud Orientale, proporrà per la V edizione del Sorrento Meeting, fissato per il 20 e 21 novembre 2015 nella località campana, un intervento programmatico e progettuale finalizzato a dare consistenza alla dimensione logistica del Mezzogiorno, sviluppando un’offerta che valorizzi ed integri gli hub portuali ed aeroportuali e la rete ferroviaria.

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