Hedge fund: come si muovono i capitali
Un nuovo ’hedge fund’, con circa 2-3 miliardi di euro da spendere ogni giorno si è affacciato sul mercato obbligazionario dell’area euro a marzo: la Bce ha iniziato a comprare titoli governativi, in particolare sulle scadenze medio-lunghe, ottenendo il potente duplice effetto di schiacchiarne i rendimenti a livelli storici minimi e nel contempo rendere meno appetibile la valuta. L’euro ha accelerato il suo sentiero di deprezzamento. Giovanni Fulci, esperto di investimenti alternativi di Banca MPS, analizza in questo articolo le reazioni e i movimenti degli ‘altri’ hedge fund, quelli ‘tradizionali’ per capire come si stanno muovendo i capitali.
[Grafico + tabella: rendimenti dei BTp a 10y e 30y e dei corrispondenti titoli tedeschi]
Tassi estremamente bassi mal si coniugano con gli obiettivi di rendimento dei fondi pensione e di altri investitori istituzionali. In questo contesto la ricerca di rendimenti e di diversificazione, tradizionalmente offerta dai titoli di stato, si sta orientando verso asset class più volatili e/o illiquide: obbligazioni societarie, azioni europee (anche per il loro altro dividendo), hedge funds, obbligazioni legate alle infrastrutture e a eventi naturali (cd. catastrophe bond), direct lending, etc. La massa gestita dagli hedge fund sembra quindi orientata a crescere a svantaggio delle asset class tradizionali. Gli hedge dovranno però dimostrare di consegnare performance e diversificazione, due elementi che l’industria non è sempre stata capace di generare negli ultimi anni.
AZIONI EUROPEE, POSSIBILI CORREZIONI IN VISTA?
Il triplice effetto espansivo sull’economia della debolezza di euro e petrolio e di tassi estremamente bassi depone a favore della crescita economica europea e corrispondentemente dei suoi asset finanziari. Si accennava a metà Dicembre 2014
che l’area euro mostrava interessanti prospettive rispetto alle altre aree poiché l’allora diffuso consenso negativo era a rischio di spiazzamento a fronte degli effetti espansivi di prezzi del petrolio bassi, di un euro debole e dell’effettiva implementazione di ulteriori azioni espansive da parte della Bce. Da allora vi è stata un’overperformance delle azioni europee e degli hedge funds con focus d’investimento sull’Europa.
La rapida crescita delle azioni europee nelle ultime settimane, sia in valore assoluto che nel confronto con quelle statunitensi, può trovare una battuta d’arresto prima di ripartire, validata da segnali sugli utili e sulla crescita sia economica.
In questo contesto gli hedge fund da inizio 2015 mostrano in aggregato una performance positiva che oscilla tra il 2% e il 3%.
HEDGE FUND: LE STRATEGIE VINCENTI DA INIZIO ANNO
Le migliori strategie da inizio anno sono quelle direzionali (fondi CTA, Global Macro, Azionari Long/Short) mentre in ritardo sono le strategie di arbitraggio (Convertible Arbitrage, Azionario Market Neutral e Fixed Income Arbitrage).
Con i mercati azionari Us che hanno raggiunto nuovi massimi dopo un rally che è da poco entrato nel 7° anno, alcuni hedge fund manager hanno ridotto la loro allocazione direzionale netta all’azionario (si veda il grafico sotto relativo al beta, ridotto da ~0,30 a ~0,23) sebbene ritengano che il mercato mostri notevoli opportunità di stock picking sulla base dei fondamentali e abbiano quindi aumentato l’esposizione lorda (ossia la somma titoli long + titoli short) dei loro portafogli su livelli massimi storici. Altri hanno riallocato dai mercati Us a quelli europei e asiatici, proseguendo la riduzione dell’esposizione a emerging market.
[Beta: elasticità degli hedge funds vs S&P500. Ad esempio, un beta pari a 0,20 indica che per un movimento del 10% dell’S&P500, gli hedge fund si muoveranno in media del 2%]
TROPPA ATTENZIONE AL DOLLARO POTREBBE FRENARNE LO SLANCIO
Sulle valute il posizionamento continua a essere estremamente lungo di Usd e estremamente corto su Eur. Questo positioning elevato dovrebbe frenare ulteriori significativi rafforzamenti del dollaro sull’euro, sebbene storicamente il dollaro si sia in media apprezzato nei 6 mesi precedenti il primo rialzo dei tassi.
Molti manager hanno ridotto la duration dei portafogli ai livelli attuali dei tassi, mantenendo esposizione alle obbligazioni societarie high yield e investment grade.
CTA Long-term (ossia i fondi che seguono i trend di medio termine, da 2settimane a 12 mesi, in base a regole quantitative automatiche, vedi grafico sotto) sono lunghi azioni, dollaro e obbligazioni governative e corti petrolio. Questi fondi sono quindi esposti nel breve termine a reversal dei trend cavalcati finora, sebbene insieme ai fondi Global Macro siano le strategie meglio posizionate per beneficiare delle divergenze nei fondamentali macroeconomici tra i diversi paesi/aree e la conseguente più bassa correlazione tra asset. I CTA Short-term inseguono invece trend che si dispiegano nel breve termine (da poche ore fino a 2 settimane circa) e possono qualificarsi come una strategia più velocemente adattabile ai reversal dei mercati. In una logica di portafoglio, combinare approcci CTA Long-term e Short-term rende la strategia complessivamente più sostenibile/replicabile.
Orientamento degli allocatori su CTA. Se a inizio 2014 le intenzioni di allocazione ai fondi CTA erano per una riduzione dell’esposizione, ora questi fondi sono in cima alla lista dei desiderata, semplicemente per la loro buona performance degli scorsi mesi. Il rischio è che buona parte della performance di questi fondi, che è ciclica, sia già stata maturata e che molti allocatori arriveranno tardi al party, come di solito accade (considerando anche il fatto che i processi di due diligence per selezionare un hedge fund durano spesso molti mesi).