Euro falsi: Maxi sequestro di monete Made in China

Scritto il alle 15:30 da Redazione Finanza.com

Una operazione eseguita dai carabinieri, tra Roma, Napoli, Palermo Cosenza ha portato al sequestro di 306mila monete false del valore di 1 o 2 euro, realizzate in Cina. Si tratta del maggiore sequestro che sia stato eseguito da quando in Italia è in circolazione la moneta unica. Il valore complessivo delle monete sequestrate è pari a 556mila euro. 

Contraffazione di qualità.

Con la fabbricazione dei falsi delle monete da 1 e 2 euro, i falsari cinesi hanno dimostrato di poter ottenere una grande qualità anche in questo campo e di non limitarsi a falsificare le nostre migliori “griffe” e indumenti. La falsificazione delle monete, che sembrava non conveniente, è invece possibile con particolare guadagno, proprio perché le monete sono prodotte con grande qualità ed a prezzo bassissimo, proprio in Cina. Sulle monete che sono state sequestrate sono state sottoposte ad una serie di analisi da parte dei laboratori della Zecca di Stato, che hanno portato a stabilire che la tecnica usata dai falsari, di tipo molto innovativo, è molto pericolosa, sia per l’alta qualità, che per la possibilità di realizzare dei quantitativi elevati in pochissimo tempo. 

La distribuzione in Italia.

L’arrivo delle monete in Italia e la loro distribuzione, avveniva attraverso una “rete” criminale, attiva sia in Sicilia che in Campania, con i centri nevralgici nelle provincie di Napoli, Palermo e Salerno. La struttura dell’organizzazione criminale è di tipo “verticistico”, e le indagini hanno messo in luce le posizioni di molti soggetti che ne fanno parte, ognuno con un ruolo molto preciso, in una rete che copre tutte le fasi dall’arrivo fino allo smercio. 

Le indagini

L’operazione che si chiama “Shangai money“, è iniziata nel mese di aprile, ed è partita in modo quasi casuale, in quanto gli investigatori stavano seguendo un’altra indagine che riguardava la prostituzione minorile. Durante le indagini è emerso che alcuni pagamenti per le “prestazioni”, venivano effettuati con denaro falso, e da questo ha preso il via un altro ramo di indagine. Durante il corso delle indagini, una notevole accelerata è stata impressa quando nello scorso mese di settembre, nel corso di una perquisizione in un magazzino situato a Poggiomarino, in provincia di Napoli, è stato sequestrato un container, al cui interno, contenute in 306 contenitori tubolari, si trovavano 306mila monete, 1000 cadauno, di taglio da 1 e 2 euro. Il magazzini nel quale si trovavi il container era stato affittato da uno società, creta appositamente per questa operazione, e che era gestita da un cinese, Huang Zhongming, mentre l’importatore, sempre cinese, si chiama Yong Zhuangxiao. Dopo le analisi condotte dalla Zecca dello Stato anche l’Europol è stata interessata dal problema, e quest’ultima ha provveduto a darne comunicazione a tutte le forze di polizia degli stati europei, che sono così state messe in allerta. Anche gli investigatori hanno confermato l’altissima qualità delle monete sequestrate.

I responsabili

L’operazione dei carabinieri ha causato in totale il fermo di 12 persone, sia in Campania che in Sicilia. Nei loro confronti ci sono accuse che vanno dall’associazione a delinquere, allo smercio di monete falsificate. A Palermo il responsabile è stato identificato nel ghanese Seidu Abdulai, che agiva insieme a Gaetano Di Maria, Sarah Idehen Oduwa, e Giovan Battista Filippone. Campani i corrieri Vincenzo Verdoliva, Antonietta Merolla e Dino Stancato, che trasportavano le monete falsificate viaggiando sulle navi da Napoli a Palermo, portandole nascoste in alcuni trolley. Insieme a loro fermati anche i cinesi Ren Yuping, Huang Hanxia e e Huang Yunrui. 

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