Sochi 2014: la bufala degli attacchi hacker
Chissà se una volta acceso il braciere olimpico, si spegneranno le polemiche che hanno contraddistinto le ultime settimane prima della cerimonia d’apertura di Sochi 2014 e chissà se finalmente si potrà godere del vero spirito olimpico della manifestazione. Dopo l’allarme terroristico, la polemica sugli ingenti costi dell’organizzazione e sulle ricadute ambientali, oltre che le condanne in materia di diritti umani, nelle ultime ore è arrivato anche l’allarme per giornalisti e atleti di un attacco hacker. A lanciarlo è stato Richard Engel della rete televisiva statunitense Nbc (guarda caso un americano!).
Ebbene, proprio oggi il vice presidente e analista della società di ricerca Gartner specializzata nel settore tecnologico ha ridimensionato (se non smontato) l’attacco hacker denunciato dal reporter. Nel suo blog, Paul Proctor afferma che le minacce per la sicurezza informatica sui dispositivi mobile (smartphone, tablet e pc portatili) alle Olimpiadi di Sochi non sono certo più probabili che in un qualsiasi bar nel centro di Manhattan. “Ci sono stati vari rapporti che evidenziano i rischi di sicurezza informatica da parte di persone tramite i loro dispositivi mobili e computer a Sochi – si legge – Ma è importante capire che queste minacce non sono isolate a Sochi, perchè potrebbe accadere a chiunque, ovunque”. Procter ha ricordato che le persone non sono veramente “sicure” da nessuna parte, e che il proprio comportamento è il fattore decisivo per un rischio di violazione dei dati, indipendentemente dal luogo in cui ci si trovi.
Questa considerazione dell’analista di Gartner permette di riflettere insieme sul fatto che forse tutte queste critiche su Sochi 2014 nascondano le profonde divergenze tra Russia e Occidente in materia di politica estera. Giusto per citarne alcuni, i casi su Datagate, Ucraina e Siria.
E che forse tutte queste polemiche e il boicottaggio da parte di alcuni capi di Stato e di governo nascano più che da una sentita indignazione verso la violazione dei diritti umani a una ragione ben meno nobile.