Previsioni di mercato: la sfera di cristallo nel 2013 non ha funzionato
Broker, banche d’affari, società di gestione dell’investimento si affannano in questo finale d’anno a fornire previsioni su quel che avverrà sui mercati finanziari del 2014. Un’attività non semplice da svolgere. Bisogna dare atto che ci vuole coraggio a mettersi in gioco in questa maniera, rischiando di sbagliare. In special modo in anni turbolenti come quelli che stiamo vivendo. Così sembra essere accaduto per le previsioni rilasciate l’anno scorso con riferimento al 2013. L’analisi svolta da Above The Markets, blog gestito da Robert P. Seawright, chief investment and information officer di Madison Avenue Securities, porta alla conclusione che forse la sfera di cristallo era rotta.
Secondo lo studio, che ha preso come riferimento l’indice S&P500, l’errore medio delle previsioni sulla chiusura di contrattazioni del 10 dicembre si attesta al 17,5 per cento. Non è assolutamente poco ma, come ci ricorda il blog, c’è chi ha fatto peggio. Come Irving Fisher, l’economista definito da Milton Friedman come “il più grande che sia mai nato negli Stati Uniti”, il quale dichiarò che “le quotazioni azionarie hanno raggiunto quello che appare un livello elevato e sostenibile nel tempo”. Lo disse tre giorni prima del crollo di Wall Street del 1929.
Tornando all’analisi di Above The Markets gli svarioni vanno dall’11,5% di errore delle previsioni degli analisti di Citi che avevano previsto un S&P500 a 1.615 punti, al quasi 30% degli esperti di Wells Fargo la cui previsione si fermava a 1.390. Hanno mancato di oltre venti punti percentuali il bersaglio anche Ubs, Morgan Stanley e Deutsche Bank. In effetti i massimi storici a catena messi a segno dagli indici americani non erano facilmente prevedibili e peccare di prudenza appare meno grave che farlo per eccesso di euforia.