Tobin Tax, la parola (amara) dei lettori

Scritto il alle 19:43 da Redazione Finanza.com

Di seguito pubblichiamo una mail inoltrata da un nostro lettore riguardante la Tobin Tax. La redazione e la struttura di Brown Editore si è sempre schierata contro l’introduzione della nuova norma, almeno così come inizialmente proposta, e per questo ritiene che il ragionamento compiuto dal lettore nel corso della sua analisi sia assolutamente valido. Riteniamo altresì che gli esempi dei possibili effetti concreti che si potrebbero avere con l’introduzione della Tobin Tax contenuti nell’articolo possano meglio far comprendere il rischio che corre il sistema finanziario italiano nella sua globalità. Senza che la vera speculazione venga colpita. L’unica presa di distanze riguarda una delle tre domande conclusive poste dal lettore: i portali di Brown Editore e F “La finanza personale”, il magazine mensile dedicato al mondo della finanza della nostra casa editrice, hanno ampiamente trattato il tema e sviluppato ragionamenti simili. A riprova l’emblematico titolo della copertina del numero di dicembre di F: Tobin Crack!

Pur essendo laureato in filosofia, mi occupo di formazione finanziaria e sono un coach FOREX (il mercato in cui vengono comprate e vendute coppie di valute). La voglia di scrivervi mi è venuta dopo aver letto l’ennesima castroneria sulla famigerata TOBIN TAX.

Tanto per cominciare la TOBIN TAX è contenuta nella Legge di Stabilità nei punti 18,19 e 20 (per come approvata alla Camera). Si tratta di una tassazione (spacciata per ‘imposta di bollo’) dello 0,05% sul valore della transazione quando l’operazione viene aperta e dello 0,05% quando l’operazione viene chiusa.

Al momento attuale l’unica tassa prevista per chi effettua compravendita di indici, futures, derivati, valute è il cosiddetto ‘capital gain’: SULLE PLUSVALENZE viene applicata una tassazione del 20%. Io apro un conto di 1000 Euro, alla fine dell’anno su quello stesso conto ho 1800 Euro e quindi gli 800 Euro di profitto verranno tassati del 20% (160 Euro di tasse da versare nella dichiarazione dei redditi – a meno che lo stesso broker non faccia già da sostituto d’imposta). Cosa cambia con la TOBIN TAX? Se apro un conto da 1000 Euro e a fine anno ho 1800 Euro (semplifico per farvi capire – 800 Euro di profitto frutto di 50 operazioni di compravendita usando 1/4 dell’effetto leva massima che mi dà il broker con cui opero – quindi un’operatività né aggressiva né ad alta frequenza) dovrò versarne 2500 di TOBIN TAX. Più, ovviamente, il solito 20% di ‘capital gain’. Quindi la pressione fiscale sarà pari al 148%…

Inutile dire che per via del mio lavoro sono in contatto con centinaia di trader e di SIM e quindi so bene di cosa sto parlando (martedì prossimo farò un intervento in Borsa Italiana).

Da quando la Legge di Stabilità è arrivata in Senato sono iniziate a uscire voci di dubbi sulle condizioni e sull’efficacia della TOBIN TAX (chiamata ‘legge sulle transazioni finanziarie’), i tecnici (o presunti tali) hanno suggerito che le previsioni sul calcolo effettuato per prevedere l’entità del gettito nei prossimi anni POTREBBERO ESSERE SBAGLIATE).

Vi faccio un esempio: diciamo che in Italia vengano acquistate ogni anno 100.000 case. Diciamo anche che venga introdotta una nuova legge che prevede che per ogni Euro speso per comprare una casa sia necessario versarne la metà in tasse. Quindi se compro una casa da 250.000 Euro dovrò poi pagare anche 125.000 Euro di tasse. Chi introduce questa legge fa quindi questo calcolo: in Italia vengono acquistate 100.000 case all’anno con una spesa di circa 25 miliardi di Euro. Con l’ introduzione della nuova tassa si otterrebbe un gettito di 12,5 miliardi che andrebbe a coprire buona parte del debito pubblico. La domanda è questa: quante delle 100.000 persone che ogni anno comprano una casa continuerebbero a farlo con l’introduzione della nuova tassa? Inutile dire che verosimilmente nessuna!

La TOBIN TAX non è concepita per ottenere più gettito tassando un settore ma per radere al suolo un settore. Ed è evidente che da un settore raso al suolo non ci siano più Euro di tasse da prendere. Com’è possibile che le menti che stanno valutando la bontà di questa proposta non arrivino a capirlo? Questo è quello che trapela: “Ieri (mercoledì 5 dicembre), però, i tecnici del servizio Bilancio del Senato, nella nota di lettura sulla legge di stabilità hanno sollevato dubbi sull’effettivo e costante gettito proveniente dalla Tobin tax infatti, secondo i tecnici, i dati sui quali si calcola il maggior gettito sono aleatori e c’è la possibilità che gli investitori italiani spostino la loro attenzione all’estero attraverso prestanome”.

Come detto, sono in contatto con centinaia di trader e l’unica cosa di cui sono sicuro è che, se venisse introdotta la nuova tassazione, nessuna delle persone che conosco si sognerebbe di pagare un solo Euro di Tobin Tax, io per primo. C’è chi deciderebbe di smettere di fare trading (decisamente la minoranza) e c’è chi (e sto parlando della stragrande maggioranza) cercherebbe e troverebbe il modo di eluderla.

Si perché la Tobin Tax, per come fu originariamente concepita e proposta nel 1972 dal premio Nobel James Tobin, è efficace se viene applicata a livello mondiale; se invece alcuni Paesi decidono di applicarla e altri no perde quasi completamente di efficacia. Si pensi al caso della Svezia che nel 1984 introdusse una tassazione basata sull’idea di James Tobin e che fu poi costretta sette anni dopo a toglierla avendo incassato circa il 15% di quello che aveva inizialmente preventivato. Ripeto: quanti di voi comprerebbero una casa se poi, oltre ai soldi spesi per comprarla, dovrebbero versare un ulteriore 50% della spesa in tasse? Nessuno.

Ricordo che gli Stati Uniti e la Svizzera non sono interessati alla Tobin Tax e la Germania non intende prenderla in considerazione prima del gennaio 2016. Quindi la domanda è questa: i soggetti da cui lo Stato pensa di poter guadagnare fior di miliardi in tasse, con l’introduzione della Tobon Tax continuerebbero a fare quello che hanno fatto finora oppure si rivolgerebbero a quei paesi in cui la nuova tassazione non è prevista.

Che tipo di gettito si spera di ottenere radendo al suolo un settore?

Com’è possibile che non abbia mai letto un ragionamento di questo tipo?

Com’è possibile che queste riflessioni non siano arrivate prima sui tavoli delle persone che hanno il potere di decidere ma che, allo stesso tempo, dovrebbero avere il dovere di informarsi o almeno di essere informate?

Giuseppe De Marco

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