Mercato valutario vivace ma in range, in attesa dei prossimi appuntamenti chiave

Scritto il alle 17:53 da Redazione Finanza.com

Secondo gli analisti di AFX Capital l’euro rimane ancora sottopressione, sebbene si sia allontanato dai minimi segnati ad inizio mese contro i safe haven dollaro statunitense e yen. Nonostante l’ok nel weekend al piano di sostegno alle banche iberiche, che in apertura di ottava aveva spinto le quotazioni della valuta unica in area 1.266 contro il green back, le ombre sui mercati finanziari faticano a dileguarsi. Hanno iniziato a moltiplicarsi le voci, soprattutto sulla stampa anglosassone e per voce del ministro dell’economia austriaco, secondo le quali l’Italia sarà la prossima a fare richiesta di aiuti finanziari dai partner Ue, già il mese prossimo: nei fatti, un prestito EFSF aumenterebbe le contingent liabilities degli altri Stati europei facendone salire il debito pubblico, con l’Italia appunto a finire nuovamente nell’occhio del ciclone della speculazione internazionale. Lo stesso premier Monti e Fitch smentiscono: Parker, dell’agenzia di rating statunitense, ritiene improbabile che l’Italia abbia bisogno di aiuti per via di una situazione differente rispetto a quella spagnola (“l’Italia ha un deficit di bilancio molto basso, come così pure un deficit delle partite correnti e non ha problemi di banche”).

Nel breve sembra improbabile che la Bce intervenga sul mercato obbligazionario a meno di eventi eccezionali (ad esempio se proprio l’Italia dovesse avere problemi ad emettere obbligazioni nelle prossime aste), anche se quasi certamente la volatilità rimarrà elevata fino alle elezioni in Grecia del prossimo weekend e al FOMC di settimana prossima. Per intanto il corto di euro è ai massimi storici, con calo dei lunghi e aumento dei corti: se da un lato questo fatto crei resistenza ad ulteriori cali, è segno che la cautela sulla moneta unica è elevatissima. Da più parti emergono richieste di un disegno di integrazione politica europea da portare a compimento attraverso scelte concrete e immediatamente operative, che dipani una volta per tutti i dubbi che ormai da più di un anno pesano sulla tenuta dei conti nel vecchio continente.

Dall’altra parte dell’atlantico però, non mancano le pressioni anche sul biglietto verde: sempre più numerose le voci secondo le quali la Fed potrebbe rispondere agli ultimi deboli dati annunciando una breve estensione dell’operation twist al prossimo meeting del 19-20 giugno del Fomc.

Il clima di incertezza continua a premiare l’avversione al rischio però, e quindi appunto le valute considerate più cautelative come yen e biglietto verde: questo pomeriggio il cambio eurodollaro ha sfondato al ribasso la media mobile a 200 sedute (analisi su chart orario), tornando a testare il supporto posto in area 1.2440. Il cambio dovrebbe mantenersi all’interno del range formato dal supporto appena citato e da area 1.2580, almeno fino appunto all’esito delle elezioni elleniche di questo weekend, con rischi di rottura al ribasso fino al successivo supporto sito in area 1.2358.

Attenzione anche allo yen: a breve secondo gli analisti di AFX Capital potrebbero esserci del movimento, sia contro dollaro che contro euro. A parere dello stesso vicedirettore del Fmi David Lipton “la valuta nipponica è leggermente sopravvalutata e l’ipotesi di un intervento sul mercato valutario va tenuta in considerazione come mezzo per contenere la volatilità”. E’ indubbio che ci sia pressione da più parti (endogene ed esogene al Giappone) sulle autorità domestiche affinché la BoJ venerdì espanda ulteriormente la politica monetaria, al fine anche di far deprezzare lo yen che sta deprimendo le esportazioni del paese nipponico.

Per ultimo, la situazione sul Brent, la cui discesa sembra non arrestarsi proprio a fronte della prospettiva di un possibile acuirsi della crisi della zona euro (e dai riflessi sulla domanda mondiale di greggio). Su chart daily il trend rimane ribassista nel breve periodo (a giudicare l’inclinazione di MM di breve e medio): da tenere a riferimento il supporto posto in area 96.10$, che potrebbe dare spazio a rimbalzi di brevissimo fino a soglia 100$ (anche l’indicatore RSI, da più di un mese in area di ipervenduto, potrebbe spingere al rialzo nell’immediato futuro le quotazioni dell’oro nero).

 

 

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