SPECIALE MANOVRA 2011: emendamenti, stop taglio province. Si dimezzano consiglieri provinciali

Scritto il alle 15:39 da Redazione Finanza.com

Via agli emendamenti. Tre sono state finora le proposte di modifica presentate in Commissione Bilancio in Senato dal relatore di maggioranza della manovra, Antonio Azzolini in occasione dell’incontro con il presidente di Palazzo Madama, Renato Schifani, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli e il sottosegretario all’Economia, Luigi Casero. 
 
Province e consiglieri
Salta la proposta di abolizione delle province con una popolazione superiore ai 300 mila abitanti, che era stata inserita nella manovra di Ferragosto. Rimane in vigore invece il dimezzamento dei consiglieri e degli assessori provinciali.

Incompatibilità
Si modifica la norma sull’incompatibilità fra le cariche pubbliche nazionali e altre cariche pubbliche (locali ed europee). Secondo l’emendamento presentato dal relatore della manovra, le cariche di deputato e senatore ma anche altre cariche di governo sono incompatibili con qualsiasi altra carica pubblica elettiva relativa agli organi di governo di enti territoriali con oltre 5 mila abitanti. La nuova norma entrerà in vigore dal prossimo mandato.

Piccoli comuni
Il terzo emendamento presentato da Azzolini riguarda la cosiddetta “Unione di comuni” e sostituisce l’attuale articolo 16 della manovra. I comuni con una popolazione inferiore ai 1.000 abitanti  – rendono noto le maggiori agenzie di stampa – avranno l’obbligo di esercitare in forma associata tutte le funzioni amministrative e tutti i servizi pubblici tramite “un’Unione di comuni”. In più: sono affidate all’Unione, per conto dei comuni che ne sono membri, la programmazione economico-finanziaria e la gestione contabile. Le Unioni dovranno avere una popolazione superiore ai 5 mila abitanti, 3 mila nel caso in cui i municipi che intendano comporre una stessa Unione appartengano o siano appartenuti a comunità montane.

Ai tre descritti si aggiunge un quarto emendamento proposto dal ministro della Giustizia, Nitto Palma: la riorganizzazione e la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari è delegata al Governo. L’obiettivo è la loro riduzione ferma restando la necessità di garantire la presenza di un tribunale ordinario nei capoluoghi di provincia.

Il governo dovrebbe presentare altri emendamenti dopo le 17.

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